Ricordo che la prima volta che ho incontrato la parola “taccola” è stato molti anni fa, leggendo un giornale. Non l’avevo mai sentita prima e la cosa mi incuriosì alquanto. Avete presente il potere evocativo della parola? La taccola, per me, ne ha avuto immediatamente uno fortissimo. Così ho provato ad immaginare cosa si potesse mai celare sotto questo simpatico nome. E la prima cosa che mi è venuta in mente è stato che potesse essere un improperio. Che ne so, una frase come: “sei proprio una taccola” mi sembrava suonasse abbastanza offensiva. Ma questo significato non era appropriato al contesto dell’articolo e allora ho pensato che forse poteva trattarsi di un simpatico animaletto: la taccola, una specie di marmotta, solo un po’ più piccola o magari un insetto, però grande. Ma allora non eravamo ancora in epoca di entomofagia e l’idea dell’animaletto, per quanto simpatica, si sposava poco col contenuto dell’articolo, che era, in un certo senso, di natura mangereccia. Non era ancora neppure tempo di smartphone e quindi non ho avuto modo di soddisfare subito la mia curiosità chiedendo a google di cosa si trattasse. Bei tempi in cui una temporanea ignoranza era ancora permessa… 😉
Insomma ci ho messo un po’ a scoprire forma, colore e assenza di zampe delle taccole. E molto, molto più tempo per assaggiarle. Ci è voluto il solito contadino del mercato bio con la sua bella cesta di taccole appena raccolte a invitarmi a portarle casa per farci qualcosa.
E la scelta è ricaduta su un’ottima ricetta rubata qui e riproposta (quasi) pari pari, come si dice dalle nostre parti. Quasi… perché abbiamo omesso le acciughe. Risultato: saporito ma delicato, senza eccessi. Da rifare.- 500 gr. di taccole
- Parmigiano grattugiato
- Pangrattato
- 5 olive nere denocciolate
- Olio extravergine d'oliva
- Sale
- Pepe macinato fresco
- Lavate le taccole ed eliminate le estremità.
- Fatele cuocere in acqua salata e già a bollore per circa cinque minuti. Scolatele.
- Versate un po' d'olio sul fondo di una pirofila e fate il primo strato di taccole una di fianco all'altra per il verso della lunghezza.
- Spolverate del parmigiano grattugiato e ancora un filo d'olio.
- Per il secondo strato, disporre le taccole in modo compatto questa volta nel verso della larghezza e terminare con del parmigiano grattugiato e un filo d'olio.
- Ripetete questi passaggi fino ad esaurimento delle taccole e sulla superficie dello sformato spolverate parmigiano grattugiato, pangrattato, pepe macinato fresco.
- Decorate con le olive nere denocciolate e per ultimo ancora un filo d'olio extravergine d'oliva.
- Cuocete in forno già caldo, sotto il grill per 10 minuti a 180°C.
Se trovo le taccole le faccio sicuro.
La taccola però è davvero anche un animaletto
http://it.wikipedia.org/wiki/Coloeus_monedula
cosa che mi ha fatto guardare malissimo dal mio consorte quando gli ho detto che si mangiano (ma intendevo la verdura).
Eh già, un piccolo pennuto, ma questo io ai tempi di beata ignoranza non lo sapevo. In alternativa alle taccole, così magari fai stare più tranquillo il consorte, puoi proporre questa stessa ricetta con i fagiolini 😉
Da quando ho memoria ricordo da sempre le taccole (o piattoni) a casa mia di entrambi i colori: verde o color crema.
Tra l’altro mi piacciono anche molto e mia mamma le cucinava in umido con un po’ di pomodoro. Hanno solo un inconveniente: se non si acquistano giovani giovani, hanno un maledetto e fastidioso ‘filo’ che mi impedisce di mangiarle. Quindi tra me e le taccole c’è una specie di amore-odio.
🙂
Invece io ho conosciuto le taccole da adulta. A casa dei miei genitori non se ne sono mai viste, chissà perché… Quelle che abbiamo comprato al mercato del contadino erano giovani e gustose. E quando dovevamo decidere come cucinarle, la preparazione col pomodoro è stata a lungo candidata, ma poi abbiamo optato per quelle al forno. Credo proprio che la prossima volta finiranno in umido… Buona giornata
Grazie, le ho preparata stasera, sono buonissime.
OTTIME …PECCATO SI TROVINO RARAMENTE