Calamari al tamarindo

calamari al tamarindo

C’è un motivo per cui è stato coniato il termine foodporn. E il motivo è che, al pari del porno, ciò che viene mostrato ha la caratteristica specifica di sembrare sempre più bello di quanto poi la stessa cosa non sia nella realtà. Così, come sui siti porno tutte le donne e gli uomini sono attraenti, prestanti, senza brufoli, senza peli etc etc con la precisa intenzione di farli apparire desiderabili, lo stesso accade per i siti di foodporn. Come il nostro amato FoodGawker, per esempio. Le foto dei piatti che vengono messe in linea sono sempre (o quasi sempre) splendide, perfette, attraenti. Da far venire l’acquolina in bocca. Per appassionati di cibo, foto del genere sono semplicemente irresistibili. Le guardi e ti viene immediatamente voglia di provare a fare la ricetta…
Ebbene, mai come nel caso che andremo ad illustrare, si è dimostrata vera l’affermazione per cui il porno è migliore della realtà. Basta confrontare la foto del piatto da cui abbiamo tratto ispirazione e quella che, come in apertura di post, illustra il risultato del nostro tentativo di emulazione:

Asam curry squid - eatingpleasure.blogspot.itcalamari al tamarindo

Il piatto raffigurato su FoodGawker e tratto dal sito Eating Pleasure è intitolato Asam Curry Squid. Mentre il nostro piatto potrebbe essere intitolato Calamari a Effetto Fango e chiaramente, se qualcuno ce lo avesse messo davanti a tavola, avremmo come minimo alzato un sopracciglio, come a dire “non vorrai mica dire che questa roba si può mangiare?!?” . A maggior ragione sapendo che l’aspetto del piatto avrebbe dovuto essere ben diverso, secondo il sito porno!

Epperò, aspetto e considerazioni socio-antropologiche a parte… il piatto non è male, come sapore. So che sembra difficile crederlo… ma tant’è. Anche Clara, che era parecchio scettica, alla fine ha dovuto ammettere che il sapore era ben diverso da quanto l’aspetto lasciasse presagire.
Magari qualcuno potrebbe domandarsi perché fra le migliaia di ricette presenti sul sito abbiamo deciso di provare proprio questa, stavolta.
E la risposta sarebbe: perché siamo ormai irrimediabilmente contagiati da, come potremmo chiamarla… una specie di cainotofilia, si insomma, il contrario della cainotofobia (o più comunemente detta neofobia), la paura delle cose nuove. Al contrario dei bambini, che temono i cibi nuovi, i sapori nuovi, noi siamo invece alla costante ricerca di nuovi sapori e nuove interpretazioni di ingredienti più o meno noti.
E l’accostamento fra calamari e tamarindo, capite bene, doveva essere provato, sperimentato.
Ma forse abbiamo sbagliato qualcosa, forse il fatto di aver adattato la ricetta ai nostri ingredienti e ai nostri gusti ha influito sull’aspetto finale del piatto, per cui, alla fine è venuto fuori un piatto che fa impressione a guardarlo, anche se il sapore è gradevole ed insolito.
Se decidete di provare la ricetta, nonostante tutto quello che avete letto, consigliamo di diminuire un po’ la quantità di tamarindo e magari aggiungere un po’ più di estratto di pomodoro. Ma fate voi…

calamari al tamarindo
 
Ingredienti
  • 3 o 400 grammi di calamari. Vanno bene decongelati.
  • un gambo di lemongrass (si, è difficile da reperire fresco...)
  • una cipolla piccola
  • un pezzo di pasta di tamarindo grande come una noce
  • qualche schizzo di salsa di soia
  • pasta di peperoncino piccante, a piacere (noi usiamo l'ottima sambal olek)
  • estratto di pomodoro, un cucchiaio
  • olio evo, un paio di giri.
Istruzioni
  1. Pulire bene i calamari e, se troppo grandi, tagliarli in due o tre parti.
  2. Fare scaldare un terzo di tazza d'acqua e lasciarvi in ammollo la pasta di tamarindo per una decina di minuti. Mescolate di tanto in tanto, in modo che si sciolga il più possibile.
  3. filtrare con un colino la purea ottenuta e buttate via eventuali semi e filamenti.
  4. sminuzzare la cipolla e la lemongrass, evitando di usare le foglie esterne più dure.
  5. in una wok scaldare l'olio con la cipolla, la pasta di peperoncino, l'estratto di pomodoro e la lemongrass, fino a quando non sono fragranti ma senza bruciare il tutto.
  6. aggiungere i calamari e fare saltare a fuoco forte qualche secondo, fino a che non diventano opachi.
  7. aggiungere la purea di tamarindo e condire con la salsa di soia.
  8. tenere sulla fiamma giusto il tempo che la purea liquida cominci a bollire, quindi servire immediatamente.

Il piatto può essere servito con del riso basmati, se lo gradite. La ricetta originale prevedeva l’uso di ingredienti irreperibili come le foglie di kaffir e di kadok, oltre all’uso della pasta di curry fresca. Noi abbiamo ripiegato sull’estratto di pomodoro unito al sambal olek.


4 thoughts on “Calamari al tamarindo

  1. Costretta a commentare in ritardo causa vostro blog bloccato dalla mia società, mi sono fatta un sacco di risate leggendo di foodporn e di un calamaro fangoso. Il potere dell’immagine non ha eguali e ve lo dice una che quasi quasi da più importanza alla forma che alla sostanza (nel cibo però, per il resto vado in giro vestita come negli anni Ottanta…!!). Curioso abbinamento ma per questo giro passo.

    • Passi? E come biasimarti?! Chi mai potrebbe desiderare un piatto di porno-calamari fangosi? 😉
      Ps: questa storia che il nostro blogghino è bloccato dalla tua società non ci piace proprio!

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