Quello che non ho detto nel post precedente, quello in cui racconto del mio incontro con Jean Michel Carasso, è che, dopo avere visto, odorato e assaggiato le spezie che lui ha portato con sé, tutti i presenti abbiamo avuto la possibilità di scegliere di portare con noi un po’ di quelle meraviglie. C’era l’imbarazzo della scelta, ve lo assicuro. Ed io mi sono fiondata su quelle impossibili, improbabili, che non avevo mai visto e che probabilmente mai rivedrò. Quindi adesso, nel nostro cassettone delle spezie (si, proprio cassettone: quello che la gente normale riempe con le pentole, noi lo abbiamo riempito di spezie!) ci sono delle strane e preziose bustine che vogliamo assolutamente usare. Jean Michel per ciascuna spezia ha dato le occasioni d’uso – diciamo così – generiche. Noi ne abbiamo cercate alcune specifiche nel suo blog.
E poiché nel nostro frigo c’erano tutti, ma proprio tutti gli ingredienti, e nel cassettone delle spezie adesso c’è anche la nigella, non potevamo lasciarci sfuggire l’occasione di provare i porri alla Sefardita, vecchia ricetta di sua nonna.
- 2 porri belli grossi (solo la parte bianca)
- 100 gr di formaggio feta
- 30 gr di pecorino stagionato grattugiato
- 2 uova
- 2 cucchiai da minestra di farina integrale
- sale (poco)
- pepe nero
- semi di nigella
- mezzo cucchiaino di curry (questo lo abbiamo aggiunto noi)
- olio extravergine d’oliva
Tagliate la parte bianca dei porri a rondelle e fateli appassire in padella con un po’ di olio.
Lasciateli raffreddare e metteteli nel mixer insieme alla feta spezzettata e al pecorino. Frullate il tutto per ottenere una crema liscia.
Trasferite in una ciotola, aggiungete la farina, i 2 tuorli, il curry, poco sale e pepe e sbattete bene il tutto.
Montate gli albumi a neve soda e incorporateli al resto degli ingredienti con la spatola, girando dall’alto al basso senza smontarli.
Versate il composto in una pirofila imburrata e infarinata, cospargete con i semi di nigella (che potete sostituire con i semi di sesamo) e lasciate cuocere per una trentina di minuti. Dividete in tre parti e servite tiepido.
Sono commosso… :))))
JM.
Era delizioso!
La nigella!? ed io che pensavo fosse solo una food-writer! 🙂
chissà quante meraviglie in quel cassetto!
p.s. oddio le tabelline per il controllo antispam mi fanno paurissima! 🙂
Già, l’associazione nigella-food writer è automatica! 🙂
Non ti fare spaventare dalle tabelline, purtroppo sono inevitabili con l’aggiornamento di wordpress. Così, per rinfrescare la memoria…
No ma scusa, se voi proponete una ricetta non replicabile a causa di una spezia introvabile (manco fossimo nel film “Dune”) io come faccio a replicarla? 🙂
baci
PS: speriamo che dopo le tabelline, WordPress non inserisca le equazioni di 2° grado….
Ma dai, abbiamo anche dato l’alternativa. Si troverà in quel piccolo sobborgo nel quale vivi (manco fosse Milano… ;-)) un po’ di sesamo da usare al posto della nigella?! O devo spedirtelo dal profondo sud?!!
ps: mi sa che queste tabelline le faremo sparire molto presto
Bellissima questa ricetta! Mi hai un attimo traumatizzata con alcuni ingredienti che dovrò prima capire, poi trovare e infine provare. Mica da ridere 🙂
Un bacione
PS: Scusa ma il controllo antispam che ti fa fare i calcoli matematici?? ahha fantastico
Grazie! Hai visto quante spezie? E queste sono solo una minima parte…
A presto!
Ps: ok, antispam matematico eliminato!
Ma la nigella somiglia al sesamo allora, oppure ho detto una bestialità?
Sembra buono, poi il porro ha il suo perchè anche come ingrediente principale, non solo per farci i soffritti.
No, hai ragione, è un sesamo nero. Anche a noi il porro piace molto proprio come ingrediente principale. Perché sacrificarlo per i soli soffritti? Merita di più! Buona domenica.
Ok, missione Nigella iniziata! :))
Inizierò a setacciare tutti i negozi della zona! 🙂
Wow…a che ci sei cerca pure la fava tonka, così sei in vantaggio sul prossimo post. 🙂