Babbo Natale ci ha portato da Eataly

Il nostro bottino natalizio, almeno quella parte che, in qualche modo, ha a che fare col cibo, ci ha fruttato: un barattolo di funghi porcini secchi, dei carciofi col cuore ripieno di pecorino, un liquore al mandarino, del lardo al tartufo, uno snocciolatore multiplo per ciliege o olive, svariate formine per biscotti, una frusta per pigri (di quelle che pigi il manico e gira da sola), una penna per decorare i dolci di quelle che riempi tu con la crema e poi disegni o decori, un cestino di spezie assortite e l’ultimo libro di quel genio di Heston Blumenthal.

Ma non è tutto. Babbo Natale ha tenuto in serbo per noi anche un’altra sorpresa: una gita da Eataly a Roma, dove abbiamo trascorso quasi un’intera giornata.

Va detto subito che la scelta del giorno non è stata tra le più felici perché ci siamo stati nell’ultima domenica pre-natalizia insieme a mezza Roma (o forse era tutta?) e agli abitanti di tutti i paesi del circondario. Ma non potevamo fare gli schizzinosi, altrimenti avremmo perso la nostra occasione. Così ci siamo buttati nella mischia. E a parte qualche scontro con i carrelli, qualche gomitata o spallata, tutto sommato ce la siamo cavata senza troppe contusioni.

eatalyEataly per gli appassionati di gastronomia è come un enorme parco divertimenti: da qualunque parte ti giri, vedi cose interessanti e la mente comincia a vagare sulle decine e decine di cose che potresti fare con quell’ingrediente o con quell’altro. Poi vedi quella cosa che non hai mai assaggiato, quell’altra che ci starebbe proprio bene messa in quella pietanza… Insomma credo che se io ed IP non fossimo stati frenati dal fatto che la maggior parte dei prodotti non era trasportabile in aereo (abbiamo viaggiato col bagaglio a mano) avremmo comprato di tutto. E speso un patrimonio.

Eppure intorno a noi c’erano frotte di persone felici con i carrelli strapieni di tutto. Ma non era l’anno della crisi? Ma la famiglie italiane non facevano la spesa al risparmio?

eatalyeatalyGià il piano terra è fonte di grandissima tentazione. Abbiamo vacillato di fronte alle decine e decine di bibite Lurisia, alle confezioni di torroni, biscotti, frutta secca. E poi siamo arrivati alla sezione cioccolato. E lì far finta di niente è stato impossibile: tutte le migliori marche esposte apposta per minare nel più profondo la nostra etica della resistenza. Potevamo ignorare una gigantesca tavoletta di Guido Gobino alle nocciole? O un Domori 70% special cru? Ditemi voi…

Per purificare anima e corpo dopo questo girone infernale, ci siamo spostati nel reparto ortofrutta che è un bellissimo colpo d’occhio con tutte le verdure rigogliose e fresche.

Ci siamo persi tra stoviglie, utensili, piatti e posate. Siamo passati ai piani superiori ad ispezionare formaggi, salumi, carni, pesce e vini. Abbiamo letto etichette, ritrovato prodotti che non vedevamo da tempo e scoperti di nuovi.

Abbiamo avuto sotto mano tutti i presidi Slow Food e abbiamo tenuto con noi per un po’ una preziosa bottiglietta di colatura di alici di Cetara. Che poi – con sommo rammarico – abbiamo dovuto riporre sullo scaffale.

Abbiamo mangiato dei panini molto buoni al “Ristorante del pane”, tutti farciti con materie prime di ottima qualità e di provenienza certificata, abbiamo gustato un dolce della pasticceria di Montersino (e come potevamo perderlo?) e siamo tornati a casa contenti.

Perché comunque la si metta, Eataly ha degli innegabili punti di forza: racchiude in un solo punto vendita moltissime specialità italiane per cui, aggirarsi tra gli scaffali è un po’ come fare un giro gastronomico d’Italia; muoversi con attenzione consente di scoprire cose mai viste o mai usate e dunque amplia gli orizzonti. I prodotti freschi sono ben selezionati e c’è un’ampia possibilità di scelta. E se non sei interessato a fare la spesa ma vuoi solo gustare qualcosa, la scelta spazia dal panino, alle ostriche, passando per carni rosse, pizza con lievito naturale, pollo o, per i più esigenti, ristoranti gourmet.

Il risvolto della medaglia, naturalmente, è il prezzo che si è disposti a pagare per tutto questo ben di Dio. Perché una gita da Eataly è sì un’esperienza, ma certamente non è economica, perché una volta dentro il rutilante tempio del gusto, resistere alla tentazione degli acquisti sarà un’impresa molto ardua.


4 thoughts on “Babbo Natale ci ha portato da Eataly

  1. Ciao, io sono stata da Eataly (RM) l’estate scorso e anche se mi aspettavo un’altra cosa (chissà che mi aspettavo…) mi è piaciuto molto e voglio assolutamente tornare per andare a mangiare un piattone di fritto di pesce! spero quest’anno di avere più tempo e ritornarci 🙂

    saluti cordiali.

    • Eh si, mentre eravamo in ispezione al piano del pesce abbiamo visto diversi avventori scegliere la soluzione fritto di pesce come pranzo e sembravano molto contenti. Anche quelli che mangiavano le ostriche lo sembravano, a dire il vero… 🙂

  2. Sono stata da Eataly a Bologna e a Torino e resto in attesa dell’apertura di Milano. Grande spolvero per gli occhi quel posto…
    Il vostro Babbo Natale è molto sveglio, pensavo vi portasse un profumo visti tutti gli spot passati in TV dal mese di settembre scorso 😛

    • Pensa, il nostro Babbo Natale era indeciso tra un profumo e un’automobile ma noi siamo troppo goderecci e alla fine si è convinto a farci avere solo cibarie e affini. 😉

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