Non sono mai stata particolarmente brava con i pesci. E’ chiaro che se vedo un pesce spada o una spatola li riconosco. E lo stesso accade con gamberi, polpi, triglie e, da quando ho imparato a farci un ottimo condimento per la pasta, anche con le gallinelle. Di questa cosa chiaramente non vado particolarmente fiera. Anche perché, dato che vivo in Sicilia – e non nell’entroterra – ci si aspetta che il pesce sia il mio pane quotidiano. E così cerco di colmare le mie lacune frequentando dotti banchi del pesce al mercato – sempre il fido Ballarò – e luoghi in cui si vive di pesce possibilmente appena pescato. In uno di questi nella lista dei miei preferiti, San Vito Lo Capo, è scoccata la scintilla tra me e la palamita (che però dalle mie parti è preferibilmente chiamato al maschile, palamito). E’ un pesce pelagico che a primavera si fa vedere (e pescare) lungo le nostre coste, ha l’aspetto di un piccolo tonno e per chi – come me – non ama i grandi pelagici (dopo aver scoperto quante sostanze nocive ingeriscono nel loro lungo migrare), questo pesce che noi compriamo di un paio di chili al massimo, rappresenta il giusto compromesso. Inoltre la sua carne ci pare abbastanza versatile da poterne ricavare dell’ottima palamita sott’olio (a mo’ di tonno) o una pasta che per noi sa tanto di primavera: palamita e fave. Un connubio interessante e molto gustoso. Naturalmente, se preferite, potete sostituire la palamita col tonno fresco come fanno qui.
Ecco la ricetta per due persone:
- 250 gr di fave fresche sbucciate
- 200 gr di palamita
- 1 cipolla piccola
- sale
- timo
- rosmarino
- olio evo
sicuramente un piatto insolito, almeno per me! da provare!
Mi raccomando, facci sapere…
ottimo abbinamento, buono poi con il timo!
@Juls: la palamita è un pesce che merita attenzione 😉