Taormina Gourmet anno secondo

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E’ andata anche quest’anno. Taormina Gourmet è passata un’altra volta come un ciclone sulla mia vita, impregnandola per diverse settimane (ok, è un eufemismo: per mesi). La manifestazione organizzata da Cronache di Gusto, il giornale on line con il quale collaboro, la scorsa settimana ha spento la seconda candelina e già punta, inesorabile, verso nuovi traguardi.

Anche quest’anno, come lo scorso, il cibo è stato affar mio. Mi sono occupata della parte relativa ai cooking show che, tradotta in numeri, ha significato quattordici chef divisi in tre giorni, centinaia di ingredienti, vini in abbinamento, stampa specializzata.

Dal 18 al 20 ottobre, la mia vita e quella di IP, sono state un susseguirsi di incontri, chiacchierate, interviste, piatti degustati e vini abbinati. Detto così sembra tutto rose e fiori. E in parte lo è stato. Ma mentirei se negassi una certa ansia da prestazione, la preoccupazione che tutto funzionasse bene dal primo cooking show all’ultimo, che gli chef fossero a loro agio come nella loro cucina, che il pubblico fosse soddisfatto, che i vini fossero alla giusta temperatura… Insomma che tutto filasse via, liscio come l’olio.

Quest’anno poi, al nostro fianco c’era l’Aifb, l’Associazione Italiana Foodblogger e dunque era necessario fare bella figura. Se ci siamo riusciti o meno, lascio che siano loro a dirlo. Ciò che qui mi interessa raccontare è che, come sempre, quello che ti rimane dopo giornate così intense – stanchezza a parte, ovviamente – sono delle immagini, delle sensazioni e quel piccolo bagaglio di scambi e conoscenze che, quando riesci a portarlo a casa, ti fa sentire più ricca di quando avevi cominciato.

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Io, Giulia e Sara

E in questo nuovo bagaglio metto Sara, una dei soci fondatori dell’Associazione Italiana Food Blogger che, con pazienza e grande competenza, ha seguito le prime due giornate dei cooking show. Ecco, lei è proprio la prova vivente del fatto che i blogger possono essere molto (l’ho detto molto?) preparati. Quindi, voi che sparate a zero contro la categoria, non fate di tutta l’erba un fascio. Siete avvisati. E poi Giulia che non ha esitato a prendere un aereo da Roma per seguire Taormina Gourmet. Ragazze, le chiacchiere serali in compagnia di una granita, a parlare di cibo e tradizioni familiari senza preoccuparsi di essere prese per matte, sono state impagabili.

Poi ci sono gli chef. La grande disponibilità e l’estro di Crescenzo Scotti, che immagina il suo piatto già a partire dal contenitore ed è capace di realizzarlo con le sue mani per essere pienamente soddisfatto del risultato finale. Come nel caso di questa tegola con agnello, come se fosse una brace….

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Agnello alla griglia che non c’è – Crescenzo Scotti

O Cristhian Busca che, con pazienza e maestria, ci ha spiegato come uno stesso pesce, il capone, possa essere protagonista di un piatto da pochi euro così come di un piatto gourmet. Lo dicevo io che il capone è sottovalutato…

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Capone in agrodolce – Cristhian Busca

O Carmelo Floridia che, ad un certo punto della sua carriera, ha deciso di fare una scommessa che si chiama vasocottura che ha catturato immediatamente l’interesse dei presenti, giornalisti compresi con questo baccalà.

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Il Baccalà… in vasocottura – Carmelo Floridia

O la forza travolgente di Andrea Graziano, uomo che sa guardare lontano come pochi in quest’isola e sa anche fare dei panini strepitosi. Come questo con carne d’asino, animale salvato dall’estinzione reintroducendo la sua carne, nutriente e gustosa, nella nostra alimentazione. Lo so, sembra un paradosso, ma è così.

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Rooo Shek – Andrea Graziano

O le chiacchiere a colazione con Angelo Sabatelli, uno chef tanto umile quanto bravo. No, di più. Sorprendente. Che ti racconta la sua cucina come se fosse la cosa più naturale del mondo, così come si sorseggia un caffè. Salvo poi scoprire che la sua canapa di maiale, ingrediente che ha suscitato la curiosità di tutti i presenti, di così “facile” non ha niente perché è frutto di un processo lungo e laborioso. Che le sue uova di salmone con latte di mandorla e tarallo di grano arso meritano senza dubbio il titolo di piatto più sorprendente. 

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Angelo Sabatelli

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Cipolla al forno con canapa di maiale

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Uova di salmone con latte di mandorla e tarallo di grano arso

O la grinta e la preparazione di Caterina Ceraudo, unica chef donna presente a Taormina Gourmet. Giovanissima. Brava. Perfetta nelle spiegazioni dei vari passaggi. Il suo piatto, gnocchi di ricotta con peperoni e spinaci, ha convinto proprio tutti.

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Gnocchi di ricotta con peperoni e spinaci – Caterina Ceraudo

L’elenco è lungo e farei un torto a qualcuno non citando tutti i protagonisti, perché ciascuno a suo modo, con le proprie caratteristiche, ha contribuito alla buona riuscita della manifestazione che, se non altro, ha avuto il pregio di dar vita ad un programma abbastanza eterogeneo per accontentare tutti i gusti.

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Minne di Sant’Agata – Andrea Macca

Da Peppe Barone che in tempi non sospetti reinventò la cucina siciliana, ad Andrea Macca, emblematico esempio dei nuovi talenti che la Sicilia sa produrre.

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Fagottini neri ripieni di cozze, calamaretto e la sua salsa allo zafferano, ricci e pomodoro – Alberto Rizzo

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Polpo prosciuttato – Seby Sorbello

Da Alberto Rizzo, sapiente autodidatta a Seby Sorbello, lo chef più gentiluomo che abbia conosciuto, a Carmine Iaquinangelo chef padrone di casa all’Hotel San Pietro, ha gestito il traffico “pesante” nella sua cucina con grande pazienza e spirito di collaborazione.

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Crostatina di alici e patate profumate alla menta, carciofi croccanti e la loro crema – Carmine Iaquinangelo

E poi c’è stato Andrea Ribaldone che ha fatto un piatto che vorrei assolutamente provare a rifare, golosa come sono: una composta di frutta e verdura che era una poesia ad ogni boccone. Credetemi, forse la foto più del titolo del piatto, riesce a dare un’idea di cosa fosse questo dolce. O forse no e allora fidatevi di quello che vi dico. Aggiungo solo che c’era anche la cipolla, trasformata in dessert insieme con sedano, carote, ananas. E poi gelato allo yogurt, al basilico e, per la parte croccante, semi di basilico. Una poesia dolce. L’ho già detto?!

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Composta di frutta e verdura – Andrea Ribaldone

Il premio per la “poesia salata” va, invece, a Giancarlo Perbellini che è riuscito a fare arrivare a vette altissime quel mais che, fino alla scorsa settimana, per me era buono solo a fare popcorn. La buona cucina, amici miei, non ha confini. Lo so. Questa cosa non l’ho scoperta io. Ma Taormina me ne ha dato la conferma. Questo raviolo di mais tostato, servito con storione e caviale affumicato in bocca aveva una consistenza scioglievole ed un gusto esplosivo.

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Ravioli di mais tostato, storione e caviale affumicato – Giancarlo Perbellini

E poi c’è stato Fabio Picchi. Ma io me lo sono perso. Si, proprio così! Perché far parte dell’organizzazione di una manifestazione vuol dire anche questo: essere chiamati a mettere a posto qualche piccola sbavatura durante una lezione di cucina che si vorrebbe proprio seguire. Ma tutto è bene quel che finisce bene.


3 thoughts on “Taormina Gourmet anno secondo

  1. Ciao Clara, cosa dire? Dobbiamo solo ringraziare te, il tuo impegno e la disponibilità/professionalità tua e di Cronachedigusto.it per averci dato questa opportunità. E’ stato un onore partecipare ad una manifestazione così prestigiosa e ben organizzata: varia nella proposta, perfetta nei tempi, interessante e stimolante nei contenuti. Scriveremo presto un post di approfondimento sul sito dell’AIFB prendendo alcuni spunti di riflessione che gli chef hanno innescato con i loro interventi, e speriamo di replicare presto esperienze valide e intelligenti come questa. Grazie, a nome di tutti!

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