Albicocche e caprino

albicocche e caprino

La ricetta di questo finger food è in realtà una non ricetta. Non c’è da fare niente, se non tagliare le albicocche a metà e poi in quarti, riempirle col caprino fresco, cospargerle di miele e impreziosirle con la granella di mandorle tostate. Si fanno in 10 minuti e sono anche belle da presentare. Giusto per essere precisi, l’idea è presa da questo sito, via Foodgawker.

L’occasione però è ghiotta per una semplice osservazione sul formaggio utilizzato, ossia il caprino. E l’osservazione è la seguente: ma succede solo qui o anche nel resto d’Italia al supermercato si vende quasi esclusivamente formaggio caprino di latte vaccino? Qui parliamo di un formaggio che si chiama caprino, e quindi il suo nome lascerebbe intendere che abbia a che vedere con le capre… e invece è fatto con latte di mucca! Giusto per fare qualche esempio, qui c’è la pagina Cademartori, quella delle Fattorie Osella, Mauri, Nonno Nanni, etc etc.
Come dire ricotta vaccina di latte di pecora, o salsiccia di suino di carne di pollo. Mah.
Devo dire, a onor del vero, che ho sempre mangiato questi cilindretti di formaggio morbido sin da piccolo e che probabilmente erano anche quelli di latte vaccino, ma la perplessità rimane.
Perché utilizzare un aggettivo (sostantivato per quanto si vuole) così caratterizzante per poi negarlo platealmente nella materia prima? Sì vabbè, non mi sono capito nemmeno io, ma quello che intendo spero sia chiaro. E’ ovvio che in origine, questo formaggio fresco a forma di cilindretto fosse fatto di latte di capra, da cui il nome Caprino. Fin qui ci arrivo pure io. Ed è altrettanto ovvio che, per venire incontro ai gusti del grande pubblico, che si sapeva avrebbe storto il naso di fronte ai forti sentori (di capra, per l’appunto) derivanti dall’uso di latte caprino, i produttori abbiano pensato bene di rifarlo, utilizzando il latte di mucca.
In modo, immagino, da poter dire ai clienti “vi ricordate il formaggio di capra che vi faceva schifo perché puzzava di capra? Bene, da oggi potete mangiarlo di nuovo, perché non puzza più!
Ma se è così, non era meglio inventarsi un altro nome?

Ad ogni modo, e per dare ragione ai ragionamenti perversi ma efficaci del marketing latticinico, il consiglio, se volete provare la ricetta, è di utilizzare il caprino di latte vaccino o, se volete perdere più tempo, utilizzare la feta greca dopo averla lavorata con un po’ di panna o yogurt. Perché il caprino di latte caprino… accidenti, fa un odore di capra così forte che sembra di stare nella stalla di Proust, quando lo si assaggia… 😉

albicocche e caprino

Albicocche e caprino
Prep time: 
Total time: 
 
Da ogni albicocca si ottengono 4 porzioncine, per cui regolatevi di conseguenza.
Ingredienti
  • albicocche
  • caprino di latte vaccino (o feta)
  • miele liquido millefiori, acacia o di arancio (non castagno o eucalipto, per intenderci)
  • granella di mandorla
Istruzioni
  1. Denocciolare le albicocche e tagliarle in quattro.
  2. riempire i quarti con un pochino di formaggio, usando tranquillamente le mani
  3. cospargere di miele
  4. tostare la granella in una padellina antiaderente
  5. versare a pioggia la granella, che si attaccherà sul miele.


One thought on “Albicocche e caprino

  1. Vero! Anche a me sembra piuttosto ridicola come definizione. La Mauri però fa anche i caprini di capra, si riconoscono perchè hanno confezione verde con l’immagine di una capretta.
    Credo che il nostro formaggiaio li faccia con latte di capra, infatti non ci sono tutto l’anno (siamo fortunelli, a Chiavari e dintorni ci sono ben due caseifici artigianali).

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