Qualche giorno fa, commentando un post di una delle mie foodblogger preferite, dicevo che il mio cervello, negli ultimi tempi, è come una spugna: assorbe molte tra le suggestioni che gli arrivano ma, poiché la spugna – come è noto – non vive di vita propria, a stento riesce a tradurne alcune in spunti. Meno ancora in azioni. Anzi, a volte va addirittura in sovraccarico e il risultato è una specie di burnout, una esplosione interna in cui tutte le idee diventano nessuna idea.
Naturalmente tutto questo ha un riflesso significativo anche sui piatti che si cucinano a casa dei Ladri. Quando si cucina. Già perché, a causa di una serie interminabile di impegni e sovraccarichi, a casa nostra non si faceva una cucinata seria da quanto tempo? Un anno? Beh, più o meno.
Così lo scorso weekend abbiamo invitato a cena una coppia di amici e ci siamo barricati in casa (dalla sera prima) col frigo stracolmo di un bel po’ di cosette e finalmente ci siano rilassati concentrandoci esclusivamente sui fornelli. E ci siamo fermati solo dopo aver preparato, manco fosse il cenone di capodanno, antipasto, primo-con-tanto-di-pasta-fatta-in-casa, due secondi, dolce.
Con ancora negli occhi alcuni degli ottimi piatti visti e gustati a Taormina, non abbiamo resistito alla tentazione di provare a fare una delle cose più semplici e gustose che abbiamo visto preparare, una panella di ceci con olive. Che poi è stato anche una sorta di omaggio denoartri allo chef Cristhian Busca che ha usato questa panella come base per un piatto ben più complesso e articolato. Speriamo che non se ne abbia a male…
Le panelle sono delle specie di frittelle fatte con farina di ceci e acqua, molto celebri a Palermo come street food. Si mangiano fritte, servite all’interno di un panino.
Nel nostro piatto l’idea di base è rimasta la stessa, ovvero una panella fatta con farina di ceci e acqua, con l’aggiunta di olive spezzettate all’interno ma cotta al forno, che noi abbiamo servito come antipasto insieme a della scarola riccia saltata in padella con un po’ di olio e dell’acciuga, così, per darle un sapore più deciso.
I puristi delle panelle, quelli che “noi le mangiamo solo fritte” non se la prendano come offesa personale. Pensate che questa è un’altra cosa e potremo convivere felici, dato che le panelle con all’interno dei pezzetti di olive hanno il loro perché e cotte al forno non sono nemmeno tanto unte e grasse. Insomma, vi confesso che tutto quello che è avanzato dalla preparazione finale, ha fatto da snack per noi che stavamo a spignattare.
Gli amici hanno fatto il bis.
- 500 gr. acqua
- 125 gr. farina di ceci
- 80 gr. olive nere infornate
- 100 gr di scarola riccia
- 1 acciuga sott'olio
- sale
- pepe
- olio evo
- Stemperate la farina di ceci nell'acqua fredda, unite un pizzico di sale e poi versate in un pentolino e, mescolando, portate ad ebollizione.
- Quando inizia a fare le prime bolle - a questo punto avrà la consistenza di una polentina - togliete dal fuoco e sempre mescolando aggiungete le olive precedentemente snocciolate e tritate.
- Stendete il composto in un unico strato di circa 1, 1,5 centimetri di altezza in una placchetta coperta con della carta forno o in un tappetino di silicone (come abbiamo fatto noi) e lasciate raffreddare.
- Una volta fredda, con l'aiuto dei coppapasta, tagliate le panelle della forma voluta. Noi abbiamo scelto dei coppapasta tondi e belli grandi.
- Mettete le panelle in una teglia da forno coperta con carta forno,spennellate con poco olio e cuocete al grill fino a quando cominciano a dorarsi. Giratele dall'altro lato e fate dorare anche questo.
- Nel frattempo lavate e sgocciolate per bene la scarola, tagliatela a pezzetti e saltatela in padella dove avrete già scaldato un po' di olio evo nel quale avrete fatto sciogliere un acciuga.
- Lasciate cuocere per una decina di minuti. Regolate di sale.
- Servite la panella tiepida con sopra la scarola.
Ma grazieeeee!! Adesso incontrarci è d’obbligo così, da spugna a spugna, qualcosa di spremuto e di buono ne verrà fuori.
Quando metterò piede a Palermo (la mia prima volta in Sicilia) vorrei fare il tour dello street food perchè a Milano non se ne vede neppure l’ombra.
E poi come non amare farina di ceci e scarola?!
Slurp 😛
Dici che due teste “spremute” sono meglio di una? Allora famolo e vedrai che alla fine del tour non ne potrai più di cibo da strada. 😉