Dietro le quinte

taormina gourmet 2013Un fine settimana trascorso gomito a gomito con gli chef può essere interessante. Se questi chef sono sette, diventa coinvolgente. Se tra questi ce ne sono tre dell’olimpo siciliano degli stellati, la cosa si fa entusiasmante. Ed è esattamente così che è andata domenica e lunedì scorsi. L’occasione è stata, come ormai saprete, Taormina Gourmet, la due giorni organizzata da Cronache di Gusto per promuovere buon vino, buon cibo e ristorazione di qualità. Degustazioni, verticali, banchi d’assaggio, show cooking e cene stellate, giusto per darvi un’idea di cosa ha significato stare a Taormina il 20 e 21 ottobre. Stavo quasi per dimenticare lo splendido panorama, il corso principale affollato di turisti e il sole da “andiamo a farci un tuffo che tanto è ancora estate”. Ecco, adesso lo scenario è completo.

Ma dicevamo degli chef. A Taormina Gourmet ce n’erano sette. Quattro nuovi talenti, in realtà già ben quotati ma ancora non tutti conosciutissimi, e tre big.
Ed io ero Alice nel paese delle meraviglie, libera di aggirarmi tra le cucine dell’Hotel San Pietro che ci ha ospitati, sbirciare gli chef al lavoro, chiacchierare con loro, scherzare, provare a conoscerli meglio. Aiutarli a raccontarsi durante gli show cooking, mentre cucinavano i loro cavalli di battaglia davanti ad un ristretto pubblico entusiasta. Dei piatti che hanno proposto, se avete letto i due post precedenti, ormai sapete già tutto perché IP ha fatto onore alla tavola, a tutte le tavole a dire il vero!

Io invece vi racconto le mie impressioni.

taormina gourmetPrima la più ovvia: Taormina ha sempre il suo fascino e in questo caldo ottobre mi è sembrata ancora più bella che in versione bikini.

taormina gourmetLa novità: stare con un microfono a cuffia a presentare gli show cooking mi ha fatto sentire un po’ come Ambra ai tempi di Non è la Rai (e per favore non ditemi che siete troppo giovani per ricordarvelo) ma non c’era Boncompagni a suggerire. Dopo l’iniziale imbarazzo, tutto è filato liscio come un ottimo olio siciliano.

taormina gourmetGli chef: vederli all’opera può incantare. La mani che si muovono tra ingredienti e pentole ha un che di ipnotico, di coinvolgente. Ad alcuni starei ore a fare domande, chiedere spiegazioni. Non tutti hanno la stessa inclinazione alla comunicazione, ma si può sempre migliorare.

taormina-4Le materie prime siciliane: sia per gli show cooking sia per le cene, è stato un tripudio di ingredienti isolani, dalle lenticchie di Ustica alla vastedda del Belice, dall’olio di oliva trapanese alle verdure di montagna. Senza isteria da km 0 a tutti i costi. Cosa che ci ha permesso di scoprire anche ingredienti come la roveja, un pisello secco toscano o di gustare la pasta di Gragnano.

taormina_day2-02L’ingrediente ricorrente: senza dubbio il baccalà. Lo abbiamo gustato in varie declinazioni, una più buona dell’altra. La riscossa di un (ex) cibo povero, ora sui banchi di cucina degli chef blasonati.

Il contrattempo: che fare se il programma prevede la preparazione di una triglia ma non se ne trovano di buone sul mercato? La triglia si sostituisce con una ombrina e lo chef rimodula con  nonchalance il suo piatto.

taormina-2La sorpresa: la verticale di parmigiano. Non avrei mai creduto che una verticale di parmigiano potesse essere così interessante. Invece, degustare con la guida dell’esperto Igino Morini cinque diverse stagionature (12, 24, 36, 60 e 90 mesi) abbinate a cinque diversi vini siciliani è stata una bella esperienza. Sorprendente il 90 mesi, che ho trovato ben più gustoso del 60. Ottimo il Marsala Superiore Riserva 1987 De Bartoli in abbinamento.

taormina-5Il regalo inatteso: un calice con Sassicaia 1999. Dopo sette show cooking e centinaia di gradini da scendere e soprattutto salire (perché Taormina è bella ma per me è stata tutta in salita!) ho trovato ad aspettarmi un sorso, forse due, di sassicaia del 1999, il primo della mia vita, che mi è sembrato buonissimo.

taormina-6Il fattore U: che è ben diverso dal più noto fattore C e molto molto più importante. Perché il lato umano è quello che dà alle manifestazioni una marcia in più. Ed io, per due giorni, mi sono trovata fianco a fianco con persone professionali, gentili e disponibili. Ogni problema ha trovato la sua soluzione, senza drammi e scoramenti e tutto è andato per il meglio. Gli uomini e le donne dell’Hotel San Pietro di Taormina sono stati strepitosi: dal direttore all’economo, dallo chef al maitre, dal personale di sala alla brigata di cucina. Bravi anche i sommellier della Fisar di Catania. Incontrare persone così è, come dire, riconciliante.


2 thoughts on “Dietro le quinte

  1. Ok posso invidiarti? Almeno un pochino dai 🙂
    Taormina è nei miei sogni da anni. Figurati vederla in un contesto di questo genere… *_*
    Sempre splendidi i tuoi reportage, grazie!
    Un bacione

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