Sono rimasta bloccata a casa diversi giorni con un’influenza che proprio non voleva lasciarmi andare. Voglia di muoversi: zero. Voglia di fare qualcosa: zero. Voglia di cucinare: zero. Ho vegetato per giorni in attesa di tempi migliori che faticano un po’ ad arrivare. Però, passata la febbre, qualcosa bisognava pur farla. E allora, nella speranza di recuperare un po’ di spazio che non basta mai, mi sono messa con calma a riordinare montagne di carte. Di quelle che uno normalmente pensa “poi le sistemo”. E nel frattempo si ammucchiano fino a sovrastare la libreria. Non avete idea delle cose che ho trovato: documenti che credevo persi, il biglietto da visita di quel tale che proprio era necessario rintracciare; quegli appunti su una cosa sfiziosissima che bisogna approfondire. Ma ciò che mi ha fatto più sorridere è stato trovare nel mucchio dimenticato tutta una serie di ritagli di giornali ormai ingialliti dal tempo che avevo portato via da casa dei miei qualche settimana fa e, ovviamente, dimenticato.
Erano tutte ricette di cucina – e che ve lo dico a fare?! – ma di tanti anni fa. Alcune, le più antiche che ho trovato, risalgono ai primi anni 90. No, dico, vi rendete conto?! La mia fissa con la cucina ha radici profonde… Certo, devo ammettere che alcune delle ricette che ritagliavo e conservavo, rilette alla luce delle “nuove consapevolezze”, sono a dir poco oscene. Ma questo viaggio indietro nel tempo mi ha divertita molto perché mi ha permesso di vedere il diverso modo di dedicarsi alle ricette che avevano i vari giornali e l’evoluzione, nel tempo, di foto e scrittura. E la differenza tra gli anni novanta e il duemila è nettissima nella cura delle foto e nella ricercatezza delle ricette.
Questa, ad esempio, forse è una ricetta un po’ vintage, ma mi ha fatto venire l’appetito anche in questi giorni di influenza che, come dice la mamma, bisogna mangiare per tirarsi un po’ su.
- il cuore di un cespo di scarola riccia o liscia (a vostro piacimento)
- mezza cipolla media
- 400 gr gamberi grandi
- la punta di un cucchiaino di sambal oelek (o peperoncino)
- olio evo
- sale
- 100 gr di ceci
- mezza carota
- mezzo gambo di sedano
- mezzo scalogno piccolo
- sale
- 200 gr. di gusci e teste di crostacei
- 1 gambo di sedano
- 1 cipolla
- 1 carota
- 3 cucchiai di concentrato di pomodoro
- prezzemolo
- 1 foglia d’alloro
- scorza di limone
- un bicchierino di brandy
- olio evo
- sale, grani di pepe nero
Sciacquare bene sotto l’acqua corrente le teste e i gusci dei crostacei. In una pentola dai bordi alti fate soffriggere dolcemente la cipolla, il sedano, la carota, il prezzemolo lavati e tritati grossolanamente. Alzare un po’ la fiamma e aggiungere le teste dei crostacei e i loro gusci tritati (solo i gusci vanno tritati non le teste!). Fare un po’ insaporire e versare il brandy, che farete evaporare a fuoco vivace. Aggiungere poi il concentrato di pomodoro, la scorza del limone, l’alloro, e i grani di pepe. Aggiungere 3 dl di acqua fredda, salare e fate sobollire il fumetto a fuoco medio per circa 30-40 min. A fine cottura filtrate bene.
Ciao Clara! Spero che ora tu stia meglio! Anche io spesso rimando di rimettere in ordine fogli e carte varie e le accumulo finché “o le metto a posto o le metto a posto” 🙂
Ottima questa ricetta! Interessante l’uso del brandy nel fumetto di crostacei, da provare…io ogni tanto uso il vio bianco, anche se in realtà poi preferisco la versione senza alcol.
Un bacione e buona settimana!
Cara Elisa, sto meglio, grazie. Questo fumetto è venuto davvero ottimo, te lo consiglio se decidi di usare la versione con alcol. Buona settimana anche a te! bacio
che bello questo piatto…..potrei essere io questa volta la ladra di ricette e pubblicarlo nel mio blog che è appena nato!
nel frattempo mi sono registrata al tuo blog
ciao
Silvia
Ciao, benvenuta! Ruba pure che tanto a rubare a casa del ladro… 🙂
Per quanto mi riguarda i ceci mi resusciterebbero dalla morte tanto mi piacciono e abbinati a pasta, verdura e pesce penso siano un’ottima ‘medicina’. 🙂 Spero ti senta meglio…
Sul riordinare i ritagli, io ho un master anche se adesso, tutte le volte che ritaglio qualcosa una vocina dentro di me si chiede se realmente quel ritaglio lo userò e molto più spesso di prima finisce rigorosamente nel bidone del differenziato.
Abbracci
Anche io adoro i ceci, li mangio in qualunque modo. Anzi la semplicissima pasta con i ceci della mamma è certamente uno dei miei piatti preferiti. La storia dei ritagli ha un po’ il fascino della carta, dei libri ma al contrario dei libri, ormai rischia di essere un po’ superata dato che in rete trovi tutto ciò che cerchi. Dunque sai cosa salvo ormai? Le cose che “non cercavo” e che mi hanno colpita. Almeno faccio una selezione seria! Baci
non parlarmi di influenze. praticamente ho passato l’ultimo mese tra il divano e il letto a tossire come un fumatore 90enne.
ho beccato tutti i virus beccabili.
e per i ritagli, io ho già mia mamma che ha addirittura l’armadio dei raccoglitori, per non parlare poi delle riviste archiviate direttamente ancora intere da, credo, ehm, quand’è che hanno fondato donna moderna?
ma poi, alla fine, dove credi che le cerchi le ricette?? ma su internet ovviamente.
vorrai mica metterti a sfogliare tutte le cartellette tutti vero??
Lo so Vale, anche noi alla fine cerchiamo tutto su internet o in qualche libro. Ma devo ammettere che i raccoglitori con i ritagli hanno ancora un certo fascino per me. Pensa che quando ero ragazzina – roba da scuole medie – tenevo un quaderno sul quale appiccicavo tutte le ricette di dolci che mi piacevano, con tanto di foto e in ordine alfabetico. Naturalmente ho ritrovato anche questo! Come dicevo nel post, la mia fissa ha radici antiche ;-). Un bacio