Questa volta siamo arrivati quarti. Quarti in Italia in una cosa serissima come l’istituzione del registro delle unioni civili. Dopo Milano, Torino e Napoli, anche Palermo prende atto del fatto che alcune cose sono cambiate all’interno della società, che ci sono sempre più coppie di fatto e che queste devono essere tutelate e devono poter godere degli stessi diritti delle altre coppie, quelle riconosciute dalla legge.
C’è di che essere orgogliosi. Perché pensate, questa Palermo è la stessa di quella raccontata come omofoba dalla rivista turistica americana Frommer’s lo scorso anno, che addirittura sconsigliava agli omosessuali di venire in visita nell’isola perché “pericolosa” per loro. E’ la stessa civilissima Palermo che quest’anno ospiterà il gay pride nazionale. No, dico, vi rendete conto? Il retrogrado sud fa passi da gigante. La mia città, ottusa e retrograda nell’immaginario dei più, Frommer’s compreso, si dimostra, invece, attenta e presente. Contemporanea, direi. Stavolta c’è davvero di che essere fieri.
Al Comune parlano di una scelta di civiltà, di pari opportunità tra i sessi e – cosa che mi piace meno – di tutela delle fasce più deboli della popolazione. Si, pensare alla coppie di fatto ancora come facenti parte della fasce più deboli non mi va giù. Mica stiamo parlando dei panda in estinzione! Ma adesso non voglio stare a sottilizzare. Ciò che conta è che Palermo avrà un regolamento delle Unioni civili al quale il Comune sta lavorando e che dovrebbe essere composto da pochi articoli.
Cito dal sito del Comune di Palermo: “Le aree tematiche secondo le quali gli interventi sono da considerarsi prioritari sono: casa, sanità e servizi sociali, politica per giovani e genitori anziani, sport e tempo libero, formazione, scuola e servizi educativi, diritti e partecipazione, trasporti. Potranno chiedere di essere iscritti nel Registro i cittadini italiani e stranieri coabitanti e residenti nel Comune di Palermo. L’iscrizione al Registro non sarà compatibile con il possesso di uno stato civile diverso dalla convivenza. Anche nel caso di morte di uno dei conviventi, l’altro continuerà a godere dei diritti acquisiti grazie all’iscrizione del Registro, previa ovviamente la verifica del permanere dei requisiti soggettivi”.
C’è di che essere fieri. Per cui scusate se questa volta siamo stati un po’ più sulla cronaca. Ma le belle notizie meritano diffusione.
E ora, in cucina a festeggiare con una ricetta che ci piace tanto già soltanto per la fragranza che si spande per casa durante la preparazione prima e la cottura poi: il Pan di spezie! La ricetta è liberamente tratta da qui.
Pan di spezie
Ingredienti per una forma da plumcake di 24cm di lunghezza:
- 250 gr di farina (metà 00 e metà integrale)
- 75 gr di zucchero semolato
- 50 gr di zucchero di canna muscovado
- 125 gr di miele
- 2 dl di latte (di soia)
- un pizzico di sale
- spezie pestate al mortaio (4 grani di pimento, 1 anice stellato, 1 cucchiaino cannella, 1/2 cucchiaino di semi di finocchio, 5 grani di pepe nero, 1 chiodo di garofano, 1/2 cucchiaino di semi di coriandolo)
- un cucchiaino di bicarbonato
- un cucchiaio di cacao amaro
