Che cibo e gastronomia siano diventati un grande business ormai lo sappiamo tutti. Ma entrare da Feltrinelli e vedere sul bancone all’ingresso prevalentemente libri e gadget di cucina – che normalmente sono invece al primo piano, cioè devi andarteli a cercare – mi ha un po’ stupita. Quel banco espositivo all’ingresso normalmente ospita evergreen e qualche nuova proposta. Ma evidentemente ha dovuto lasciare il passo alla moda del momento, il cibo in tutte le sue declinazioni.
Non so. Forse dovrebbe farmi piacere tutto questo interesse nei confronti di un mondo che per me rappresenta una grande passione. Ma c’è, da qualche parte nella mia testa, una vocina fuori dal coro. Perché tra copertine patinate, libri appetitosi, vite di grandi chef e segreti inenarrabili di altri, c’è parecchio spazio per la solita paccottiglia. Come libretti monotematici a forma di uovo fritto, di pomodoro o cipolla, raccolte con “in regalo” questo o quello stampo, o spatola, o formina o quello che volete voi. Si passa da tutto quello che avreste voluto sapere sul gazpacho ai segreti reconditi di pentole e padelle, dallo chef che è figo perché usa lo scalogno (tentazione fortissima per un altro post, ma sto provando a resistere) a quell’altro che parla di cucina pop. Insomma, mi metto nei panni di chi entra in libreria perché magari si sta avvicinando in punta di piedi alla gastronomia e vuole saperne di più e si ritrova davanti a questo gran minestrone con pentolame a corredo!
Sarà che se io voglio uno stampo per dolci di certo non lo cerco in libreria, ma questo abbinamento tra libri e stoviglie mi disturba non poco. A maggior ragione trovarli sul bancone all’ingresso di Feltrinelli e correre pure il rischio che qualcuno me li regali per Natale!
E di questo proliferare indistinto di libri di cucina (e di trasmissioni televisive, a dire il vero), vogliamo parlarne? Mi fa pensare ad un imminente saturazione con conseguente collasso. Ma forse è fisiologico e alla fine resteranno solo i migliori. Un po’ come la selezione naturale della specie.
Vabbè, finito lo sproloquio, si torni a parlare di cibo, quello da mangiare, non da leggere.
Oggi la farina di castagne incontra il porcino dando vita ad un primo di quelli che potrei mangiare per cinque/sei giorni consecutivamente.
Tagliatelle di castagne con funghi porcini
- 150 gr. farina di castagne
- 150 gr. farina bianca
- 3 uova
- mezzo chilo di funghi porcini (noi abbiamo usato quelli surgelati)
- 1 scalogno
- prezzemolo
- sale
- olio evo
- pepe
Che ci piamo persi…! ;(
va da sé con condivido ogni parola e come ogni cosa nel mondo, esiste un momento di cresciuta, di esplosione,saturazione e decrescita con relativa selezione. Ma il tuo disagio è anche il mio e chi si accontenta dei libri a forma di uovo per fare una delle cose più importanti della vita (nutrirsi) allora sono solo affari suoi.
Staremo a guardare!!
PS: sullo chef e sullo scalogno ho preferito non finanziare il progetto.
abbraccio a tutti e due
Ed io che pensavo di farti “omaggio” di un libro a forma di uovo fritto!!! 😉
Immaginavo che avresti condiviso e questo dà forza al mio ragionamento. Dunque non resta che mettersi comodi e aspettare…
Abbraccio ricambiato da entrambi