Quest’anno non potremo fare la marmellata di more. Uno dei riti dell’estate deve essere sacrificato in nome della nostra salute. La collina dove abitualmente andiamo a cercar rovi è esattamente nella linea di tiro del vento alla diossina che da circa una settimana ci sta dando “qualche” preoccupazione. Gli esperti al momento minimizzano. Ma dopo sette giorni di fuoco nella discarica di Bellolampo, che si trova su una collina alle spalle della città, il sindaco di Palermo ha emesso un’ ordinanza con la quale si vieta la vendita di “bacche, ortaggi e verdura a foglia” proveniente dalle zone limitrofe alla discarica e adesso i test dei tecnici specializzati per il controllo ambientale si stanno spostando anche nei comuni limitrofi a Palermo sul versante Trapani.
Non è la prima volta che dalle mie parti si sente parlare di diossina. Capita, talvolta, ad esempio quando la raccolta dei rifiuti si ferma per vari motivi e la spazzatura comincia ad accumularsi nei cassonetti. Ecco, in questi casi i buontemponi, che notoriamente hanno a cuore il decoro cittadino, pensano di far distruggere dal fuoco quello che non si è ancora raccolto. E allora via col solito esperto che parla di rischio diossina. Ma stavolta è molto peggio. Stavolta a bruciare è una discarica, non uno o due cassonetti. Stavolta il fumo nero e denso lo hai visto per giorni salire in cielo dalla collina di Bellolampo. E c’è un caldo infernale. E soffia il vento. Ed è inevitabile pensare: chissà cosa stiamo respirando!
E così mi sono documentata meglio. E preoccupata di più. Le diossine, spiega wikipedia, “sono sostanze cancerogene, o promotrici della cancerogenicità, tossiche, persistenti, non facilmente biodegradabili, particolarmente accumulabili nella catena alimentare, e con lunghissima emivita negli organismi coinvolti. La tossicità è di tipo non lineare, e la miscela di diossino-simili coinvolta ha effetti poco prevedibili e potenzialmente sinergici per la molteplicità dei meccanismi tossici implicati”. E ancora: “Le diossine, nel loro insieme sono molecole molto varie a cui appartengono composti cancerogeni. Sono tra i più potenti veleni conosciuti. Proprio per la loro tendenza ad accumularsi nei tessuti viventi, anche un’esposizione prolungata a livelli minimi può recare danni. Le diossine causano una forma persistente di acne, nota come cloracne; sugli animali hanno effetti cancerogeni e interferiscono con il normale sviluppo fisico. È stato inoltre dimostrato che l’esposizione alla diossina può provocare l’endometriosi. Mediamente il 90% dell’esposizione umana alla diossina, eccettuate situazioni di esposizione a fonti puntuali (impianti industriali, inceneritori ecc.), avviene attraverso gli alimenti (in particolare dal grasso di animali a loro volta esposti a diossina) e non direttamente per via aerea: il fenomeno del bioaccumulo (è il processo attraverso cui sostanze tossiche persistenti come le diossine si accumulano all’interno di un organismo, in concentrazioni superiori a quelle riscontrate nell’ambiente circostante) fa sì che la diossina risalga la catena alimentare umana concentrandosi sempre più, a partire dai vegetali, passando agli animali erbivori, ai carnivori e infine all’uomo”.
Insomma da qualche giorno ci ronza fisso in testa un pensiero e, sebbene gli esperti minimizzino, la cosa ci preoccupa parecchio. Passi per le more, senza le quali possiamo serenamente sopravvivere o magari spostare ad est le frontiere della nostra caccia estiva, ma dove compreremo frutta e verdura nei prossimi mesi?
Noi siamo frequentatori abituali dei mercati della città ma come faremo ad esser certi di non acquistare prodotti coltivati nei territori esposti al rischio diossina? E’ chiaro che qualunque venditore sarà disposto a giurare che no, le sue verdure non provengono da li ma da terreni distanti decine e decine di chilometri. La scelta di credergli o meno sarà solo nostra perché, a questo livello di vendita, la tracciabilità praticamente non esiste e con essa la tutela del consumatore. Io ed IP ci siamo detti sconsolati che saremo costretti – nostro malgrado – ad affidarci alla grande distribuzione per avere un mimino di garanzia. Purtroppo, come spesso accade in casi di disastri ambientali, nessuno ci dirà mai veramente quali danni questo lungo incendio abbia provocato e per quanto tempo questa diossina rimarrà nell’aria, nei terreni, nei pascoli del palermitano.
Che brutta situazione. Purtroppo non credo esista un modo per difendersi al momento della spesa al mercato.
La grande distrubuzione è certamente più controllata, ma la verdura spesso è praticamente finta…E rivolgersi ai negozi di alimenti biologici e naturali? Come la vedete?
In bocca al lupo
@Cinciamogia: A noi proprio non piace comprare frutta e verdura al supermercato perchè nella maggior parte dei casi è così lucida e bella da “sembrare” finta. Il biologico potrebbe essere una soluzione, se non fosse ancora così caro!
E’ proprio triste il tuo post. Come è possibile che l’essere umano abbia così poco sale in zucca?
@ilsensogusto: Lo so, è un post triste. Ma credo che sia giusto raccontare queste cose perché se non ce le diciamo tra di noi, nessuno verrà mai a raccontarcele e le cose andranno sempre peggio.
non c’è certezza di nulla, se non, il piacere che ti svegli la mattina e sei ancora vivo e che, a volte durante la giornata puoi pensarci e provare la stessa gioia che ancora ci sei. GODITI L’ATTIMO
Infatti, fai benissimo a raccontare/denunciare tutto! Se aspetti che certe informazioni arrivino dalle TV stai fresca…
Mizzica, dopo aver letto tutto d’un fiato, mi chiedo come il nostro (neo) sindaco possa ancora minimizzare. E’ allarme, altro che storie. Metti che in più sta bruciando tutta la Sicilia…
🙁
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Cla
Abito a Boccadifalco e quindi in piena zona rossa, ho una seconda casa a San martino delle Scale che qualche giorno fa è bruciato………Basta voglio scappare!!!!!!
e pensare che mi ero incuriosito leggendo di compostaggio (che pensavo di fare) e raccolta differenziata (che già faccio da tanti anni). Se poi penso che ad ottobre ci saranno le elezioni regionali e i miei conterranei probabilmente voteranno di nuovo le stesse persone che ci hanno governato fino ad oggi, allora veramente l’unica cosa da fare è fare le valigie!
@ciro: più leggo le varie dichiarazioni sull’infondatezza di “tanto” allarme, più mi convinco che la verità non la sapremo mai. Condividiamo il tuo scoramento, viene anche a noi ciclicamente, così come la voglia di andar via. Eppure restiamo sempre qui, a fare compostaggio sul balcone di casa e a sperare che prima o poi le cose migliorino. Solo che ogni anno che passa ci si crede sempre meno…