La prima volta che ho assaggiato la confettura di uva è stato a casa della suocera. Tra amici e parenti fino a quel momento nessuno si era mai cimentato in questa prova. E a casa della suocera ho capito il perché. Fare una confettura d’uva richiede pazienza al pari, forse, di quella di fichi d’india. Perché se lasci i semini dentro agli acini non vale.
No, cara suocera, non è un rimprovero. E’ solo che noi questi benedetti semini non amiamo masticarli sotto i denti. Certo, di toglierli ad uno ad uno da ogni chicco, ovviamente non se ne parla, ci rendiamo conto. Perché va bene la pazienza, ma ogni pazienza ha un limite…
Così abbiamo pensato di ammorbidire leggermente gli acini interi cuocendoli un po’ per poi passarli al passaverdura in modo da avere il succo da una parte e semi e pelle dall’altra. Un po’ come abbiamo fatto per preparare la marmellata di more l’anno scorso.
Il risultato è stato addirittura al di sopra delle nostre aspettative perché ne è venuta fuori una confettura profumata, aromatica al punto giusto, di quelle che puoi usare la mattina a colazione spalmata sul pane in maniera più tradizionale o anche sui formaggi se vuoi essere più chic.
La preparazione di questa confettura, a dirla tutta, è stata il risultato di una fortunata congiuntura: abbiamo trovato al solito mercato del contadino (quello di piazza Unità d’Italia per gli amici palermitani, lo stesso nel quale avevamo comprato le mele di Palazzo Adriano), della profumatissima uva Perricone della zona di Corleone. Quest’uva a bacca rossa, raccontano gli esperti, alla fine dell’Ottocento era diffusissima in tutta la Sicilia, ma oggi ricopre solo poche centinaia di ettari. E’ caratterizzata da grappoli compatti con acini piccoli a buccia spessa di colore blu-nerastro ed è coltivata ad alberello. Contiene zuccheri semplici molto digeribili, vitamine C, PP e gruppo B, acidi organici e sali minerali, e numerose altre sostanze come tannini, flavonoidi e antociani. Ha effetti energetici, rimineralizzanti, disintossicanti, rinfrescanti, diuretici, lassativi.
Inoltre, Il CoRiBIA “Consorzio di ricerca sul rischio Biologico in Agricoltura” ha condotto un’indagine che ha rivelato nell’uva Perricone la presenza di concentrazioni di resveratrolo e di piceatannolo, sostanze ad elevato effetto salutistico, in percentuali superiori rispetto alla media degli altri vitigni rossi siciliani.
Insomma, per chi abita dalle nostre parti: se la trovate, non lasciatevela sfuggire. Per gli altri, potete sostituirla con della normale uva da vino. Per capirci, non si usa l’uva a chicco grande ma quella a chicco piccolo.
Ingredienti
- 700 gr di succo e polpa d’uva Perricone (da circa un chilo d’uva)
- 150 gr di zucchero
- 10 gr pectina + 20 di zucchero
- zeste di 1 limone