Panelle e Champagne – la recensione

Panelle e Champagne

Adesso sì che noi palermitani abbiamo un record del quale andare fieri! Ci abbiamo lavorato per secoli, abbiamo sopportato dominazioni su dominazioni, ma finalmente il nostro primato è stato riconosciuto in tutto il mondo. Secondo una classifica redatta da VirtualTourist e pubblicata da Forbes, Palermo è l’unica città italiana presente nella top ten dello street food mondiale.

Cioè dopo Bangkok, Singapore, Menang e Marrakesh, Palermo è la città nella quale si mangia il miglior cibo da strada. Al mondo! Poi ditemi che non c’è di che essere fieri! Il nostro cibo da strada piace fondamentalmente perché è vario e in alcuni casi è diventato proprio una tendenza gourmand. Come panelle e crocchè ad esempio che, insieme con pane con la milza, sfincione, mussu, quarume e stigghiola, fanno parte della vasta offerta dei banchetti di venditori di street food e che adesso capita anche di trovare presenti con corner dedicati in occasioni ben più glamour.

Prendiamo proprio le panelle ad esempio. Cinque anni fa, Fabrizio Carrera, direttore responsabile di Cronache di gusto, giornale on line che si occupa di enogastronomia, quando ancora panelle & co. non erano assurte al rango di upper street food, ha avuto la felice intuizione di affiancare un cibo povero, della tradizione del cibo da strada appunto, come le panelle (fatte con farina di ceci, acqua e sale) a ciò che nell’immaginario collettivo rappresenta la bevanda più esclusiva che esista al mondo: lo champagne.

E’ nata così Panelle e Champagne. E ieri si è svolta al circolo TeLiMar la quinta edizione della manifestazione che ogni anno richiama un pubblico sempre più numeroso.

A parte la possibilità, riservata ai forti di stomaco e soprattutto di fegato, di degustare ben cinquantotto etichette di trentacinque differenti maison e, naturalmente le co-protagoniste panelle, durante la serata abbiamo assaggiato i gelati del maestro gelatiere Antonio Cappadonia, così bravo che prima o poi gli dedicheremo un post e l’ottimo cioccolato modicano Sabadì.

Ma la parte più simpatica della serata non riguarda tanto ciò che abbiamo mangiato o bevuto, anche perché io ed IP ci siamo avvicinati in punta di piedi al mondo delle bollicine. La parte più simpatica, dicevo, è stata quella a contatto con produttori e bevitori intenditori e improvvisati.

E così, per la serie “sapevatelo”, abbiamo imparato che fino a qualche anno fa c’era uno champagne, Ruinart, al quale non era permesso di arrivare più a sud di Firenze. Lo champagne leghista lo ha definito il rivenditore, del quale noi siciliani non eravamo abbastanza degni e che oggi invece, dopo essere stato “sdoganato” miete le sue vittime tra gli intenditori locali.

O il Mumm Brut Rosé, champagne per soli uomini, creato intorno alla metà del 1800 per i membri illustri di esclusivi circoli inglesi come bevanda da pasteggio e commercializzato solo un secolo dopo sempre con la caratteristica di champagne dal gusto secco e con pochi profumi più adatto ai palati maschili (anche se devo confessarvi che a me non è dispiaciuto per niente).

Abbiamo scoperto che le donne sono più coraggiose nel provare nuovi prodotti, salvo poi passare il bicchiere all’accompagnatore di turno se ciò che c’è dentro non risponde esattamente alle aspettative e questo – ci hanno detto – succede spesso soprattutto nel caso dei rosé: lo chiedono più le donne, ma lo bevono di più gli uomini. C’est la vie!

Abbiamo imparato che un bicchiere di champagne ormai è per tutte le occasioni, dall’aperitivo al pasto, dalla circostanza speciale alla bevuta con gli amici. Che piace tanto alle signore (ma forse questo si sapeva già) e anche ai giovanotti (ma forse questo fa tanto fashion).

Abbiamo avuto la conferma che le bollicine dello champagne stanno a meraviglia con la frittura delle panelle perché aiutano a lavare via l’inevitabile unto.

Perché tra fiumi di champagne una cosa è parsa chiara, inequivocabile: non importa quanto uno sia chic, radical, minimal. Alle panelle non si comanda! E ormai se ne sono accorti in tutto il mondo. Cosa meglio dello champagne per celebrarle?!

ps: siamo tornati a casa sani e salvi e per fortuna non abbiamo incontrato pattuglie con etilometro al seguito!


3 thoughts on “Panelle e Champagne – la recensione

  1. Ciao! E’ da un po’ che penso di passare da qui e che proprio non ce la faccio…… però è da un po’ che mi sono iscritta al vostro blog e ne sono felicissima! I vostri post sono belli, interessanti, pieni di spunti (se rubacchiate, rubacchiate con classe e con gusto!!!)…. e giuro che non c’è campanilismo!!!!!

    Viva le panelle e Santa Rosalia! ;D
    Roberta

    • Cara Roberta, che piacere averti qui! Grazie per le cose belle che scrivi. Anche a noi piacerebbe seguire tutti i blog che amiamo con costanza e partecipazione, ma purtroppo non sempre ci riusciamo. Sappi però che ti leggo, il tuo blog mi piace molto…e non c’è campanilismo ;-).

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