Qualche giorno fa ho letto questo simpatico articolo su Dissapore che ha dato il via ad una serie di riflessioni su tutte le schifezze che mangio, dove per schifezze non intendo i piatti che ci sono riusciti male, ma proprio il cibo spazzatura. Quei prodotti goduriosi ma tanto tanto grassi, ad esempio; quelli burrosi, stra-unti, pieni di conservanti o di dubbia provenienza; quelli con la scritta “altri aromi” nella lista degli ingredienti che già da sola dovrebbe essere sufficiente a scoraggiare qualsiasi acquirente perché se questo cibo varca la soglia di casa è la fine e resistere diventa impossibile.
Eppure chi non ha mai ceduto alla tentazione di guardare una partita in tv masticando pop corn? O un film trangugiando patatine? Caramelle gommose e colorate? Merendine non meglio identificate? Snack misteriosi? Succhi di frutta col niente percento o con quantità infinitesimali tipo il 10% del 25% di VERA frutta? Chi non ha tentato almeno una volta il suicidio gastronomico rimpinzandosi di junk food, abbandonandosi sul divano di casa magari in un momento di sconforto? Che poi non so se fa più impressione usare la definizione inglese, junk food per l’appunto (junk = rifiuto, avanzo, per tutti i cibi ricchi di calorie ma poveri di sostanze nutritive), o quella italiana di cibo spazzatura che, a dire il vero, rende benissimo l’idea!
Ad ogni modo, l’articolo in questione parte dal presupposto che, se nessuno ci vede, diventiamo capaci di tuffarci a pesce in cose molto peccaminose: dalla maionese al latte condensato, dalla nutella mangiata a ditate (perché col cucchiaino non farebbe quasi notizia) alle sottilette, dalle patatine al formaggio alle Pringles. E sono solo alcuni esempi.
Insomma, quando sono arrivata alla fine dell’articolo, ho cominciato ad ispezionare mentalmente frigo e dispensa alla ricerca del nostro cibo spazzatura. E mi sono sentita un po’ colpevole. Ecco cosa ho trovato: patatine fritte (in attesa di qualche aperitivo domestico), qualche bibita gassata (non si sa mai si debba mandar giù qualche boccone particolarmente indigesto), un tubetto di latte condensato (non so perché sia nel nostro frigo, ma c’è), dei mini wurstel (si! io li considero assolutamente junk food) e…il sogno di un bel barattolo di Nutella.
Sebbene, infatti, io sappia che questa crema spalmabile avrebbe diritto ad un posto di riguardo nell’elenco del cibo non proprio salutare e nonostante qualche tempo fa, durante un corso sul cioccolato, il maestro cioccolatiere ci abbia spiegato che per farla si utilizzano grassi vegetali della peggiore specie, tutto quello che sono riuscita a fare è stato privarmene per qualche mese. Ma più di tanto non resisto. Sarà che anche la Nutella, come la Coca cola, genera assuefazione? Non lo so ma io sono “assuefatta” alla Nutella e se non fosse che quel cattivone di IP mi impedisce di comprarla nei mesi estivi (ieri ha dovuto trascinarmi via da una super offerta irresistibile per il barattolo da 400 grammi!), starebbe nella mia dispensa 12 mesi all’anno.
Dunque giugno, luglio e agosto corrispondono ai tristi mesi della privazione. Con qualcosa bisogna pur compensare, ma non posso mangiare cioccolato perché con queste temperature è già liquefatto prima ancora di averlo tirato fuori dalla confezione, quindi non mi resta che consolarmi con del gelato (ma non sono sicura che sia cibo spazzatura, anzi tenderei a dire di no, se mangiato in modiche quantità).
Dato che sono in versione outing, devo confessare anche un debole per le patatine, purché non siano al formaggio. Quelle le detesto perché oltre ad avere un sapore assai discutibile, fanno anche puzzare le dita, altro che leccarsele!! Ecco, l’ho detto. Ogni tanto, quando nessuno mi vede, mi aggiro furtivamente per casa sgranocchiando junkfoodissime patatine.
E voi? Cosa nascondono di terribile le vostre dispense? A quale cibo spazzatura non rinunciate nel profondo di casa vostra quando nessuno vi osserva?
Intanto, in tema con l’assoluta assenza di salubrità di questo post, vi scrivo una ricettina facile facile con la salvia che, di per sé, avrebbe una serie di proprietà benefiche ma, in questo caso, noi la vogliamo fritta!
Ingredienti
- Una decina di foglie di salvia grandi per ogni persona
- un uovo
- pan grattato
- sale
- pepe
- olio per friggere