Il gusto è donna: Licia Granello

Qualche giorno fa siamo stati alla presentazione del libro di Licia Granello “Il gusto delle donne” al Complesso monumentale di Sant’Anna a Palermo. Ci ho messo un po’ per decidere di scrivere questo post perché quel pomeriggio è stato interessante, coinvolgente e raccontarlo probabilmente non gli renderà giustizia. Però l’idea di farlo è sempre qui che gironzola nella mia mente e quindi ho deciso di provare a darle una forma.

Licia Granello è una giornalista di Repubblica ma per me durante quel pomeriggio è stata soprattutto una donna dal sorriso aperto e dall’eloquio coinvolgente. Potresti rimanere ad ascoltarla per ore raccontare gli aneddoti che stanno dietro alle storie del suo libro o eventi della sua vita. “Il gusto delle donne” racconta le vicende umane e professionali di venti donne del vino e del cibo che ce l’hanno fatta. Tutte non senza rinunzie, sofferenze, fatica, spesso remando contro corrente. Oggi tutte donne affermate, di successo, punti di riferimento per le loro aziende e per le loro famiglie.

Queste storie, così come quella professionale della Granello, hanno dato la stura ad una serie di riflessioni dolce-amare. Perché se è vero che queste venti donne hanno raggiunto strabilianti obiettivi, è pur vero che rappresentano una minoranza. Da un lato rappresentano la speranza, o meglio, la possibilità di farcela. Dall’altra la consapevolezza che per ciascuna di loro, ce ne saranno mille che annaspano.

Da un lato mi arriva una spinta all’inseguimento dei miei obiettivi professionali (no tranquilli, non voglio fare la cuoca o la sommelier!), dall’altro un monito a non trascurarne le (tante) difficoltà.

L’uomo ai fornelli è chef, la donna cuoca. Eppure – ricorda la Granello – le prime stelle Michelin in Italia sono arrivate per ristoranti dove a cucinare sono donne. Le donne sono nutrici, ma sapete pensare ad un termine equivalente per gli uomini? Non esiste! E lo stesso dicasi per la balia, due figure legate a doppio filo con l’atto della nutrizione. Dunque cibo e nutrizione sembrano marchiati a fuoco nel nostro dna ma l’eccellenza nel settore food and wine sembra appartenere agli uomini. Le food blogger sono per la maggior parte donne. I cuochi in tv, molti di quelli che scrivono libri o che dispensano perle di cucina sono per la maggior parte uomini. Come dire che le donne possono muoversi ed eccellere tra i confortevoli fornelli domestici; gli uomini sotto le luci della ribalta. Lo so, messa in questo modo è abbastanza inaccettabile e “Il gusto delle donne” aiuta a ricordare che non sempre è così.

Prendiamo la Granello, ad esempio. E’ stata per vent’anni una giornalista sportiva al seguito dei più importanti eventi calcistici. Seguendo le squadre ha girato il mondo, frequentato i migliori ristoranti, bevuto ottimi vini, conosciuto prodotti tipici ed eccellenze dei vari territori. Da una parte il giornalismo sportivo, dall’altra la crescente passione per la gastronomia. Perché cibo e vino sono così: si insinuano lentamente nella tua vita e ad un certo punto sei bello che fregato! Diventi curioso, poi appassionato. Vuoi diventare esperto e non puoi più fermarti. E così, dopo vent’anni di sport la Granello decide che è arrivato il momento di cambiare, di appendere le scarpette al chiodo. Nel 2001 diventa food editor e dal 2004 firma la doppia pagina domenicale di Repubblica “I sapori”.

Ecco, io “da grande” vorrei fare la Granello. Alla fine della presentazione del libro mi avvicino, le stringo la mano e lei mi dice “If there’s a will there’s a way”, se c’è la voglia, il modo si trova. Il will c’è. Non mi resta che trovare il way.

Se volete sapere qualcosa di più sul Licia Granello pensiero, date un’occhiata a questa intervista.


3 thoughts on “Il gusto è donna: Licia Granello

  1. Mi piace questo post e quello che dice la giornalista Granello: gli uomini sotto le luci della ribalta, le donne spignattano ai fornelli. Gli uomini creano capolavori e diventano famosi ma solo per due ragioni 1) hanno dietro una donna che lo aiuta in tutto il resto; 2) noi donne dobbiamo sempre scegliere tra il lavoro e la famiglia e per DNA o cultura ancestrale scegliamo sempre la seconda. In questo modo ci saranno sempre e solo uomini sotto le luci….
    Grazie per la segnalazione. Buona serata

    • Grazie a te Roberta! E dire che ero indecisa se fare o meno questo post… Certo se c’è qualcuno che bada a tutto il resto e tu cucini soltanto è più semplice. E, si sa, quando una donna sceglie di portare avanti famiglia e carriera, da qualche parte deve fare qualche rinunzia. E le donne del libro questo non lo negano.

  2. Capisco che quello che sto per dire figurativamente corrisponda più o meno a saltellare allegramente in un campo minato ma:
    Nessuno scrive libri sui maschi che ce l’hanno fatta a crescere dei figli e portare avanti una famiglia;
    Nessuno stila classifiche delle donne più brave alle spalle di uomini di successo;
    Nessuno assegna premi alle madri dei bambini meglio educati;
    E così via dicendo. Le donne commettono (si può dire?) l’errore di adeguarsi ai parametri di successo prettamente maschili e poi ne escono il più delle volte insoddisfatte o recriminanti. Ma l’errore è alla base. Voler competere in settori nei quali è per forza di cose avvantaggiato chi non ha carichi familiari, significa andarsela un po’ a cercare. Per questo poi si scrivono libri su quei pochissimi casi in cui le donne primeggiano in tali settori. Perché di eccezioni si tratta. E fanno notizia. Ma la gara è truccata. E se si capisse questo, probabilmente accanto ai premi per i migliori chef ci sarebbero i premi per le migliori balie, o nutrici…

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