Ristorante “I Pupi”

Esiste una particolare razza di manzi, giapponese, la cui carne è considerata la più buona del mondo e che per questo motivo è anche una delle più costose del mondo. Si tratta del manzo Kobe o, più precisamente, della razza Wagyu (sottotipo Tajima), allevata nella prefettura giapponese di Hyōgo secondo le antiche prescrizioni del luogo. A metà strada fra leggenda e realtà, si narra che i manzi Kobe vengano massaggiati a mano con guanto di crine, nutriti con grano e mangimi altamente selezionati, dissetati con la birra o il vino e che ascoltino musica classica. Trattati da gran signori, insomma. Affinché forniscano la loro carne sopraffina, così fittamente venata di grasso che a vederla molti non la penserebbero nemmeno commestibile, e che invece ha caratteristiche organolettiche tali da renderla praticamente un oggetto di culto fra gli estimatori.

Beh, fatta questa premessa, e seppure ne avessimo letto su più fonti (nel libro di Steingarten, ad esempio) avevamo archiviato la cosa fra le curiosità della serie “forse non tutti sanno che”. Figuriamoci se ci capiterà di andare in Giappone, pensavamo. Quindi mai e poi mai avremmo pensato di poterci mettere i denti sopra… a Bagheria.

Il ristorante si chiama semplicemente “I Pupi” e uno dal nome sarebbe portato a pensare ad un locale tipico, magari adornato coi carretti siciliani. E sbaglierebbe clamorosamente. Il locale è minimal chic, il servizio è attento e competente, i piatti sono gustosi ed equilibrati. La nostra cena al ristorante “I Pupi” di Bagheria, il paese delle Ville settecentesche e di Guttuso a due passi da Palermo, è stata un’esperienza da ripetere. Non fosse altro per il manzo Kobe.

Certo, il costo di una bistecca racchiude evidentemente anche la leggenda: musica, massaggi, birra – sarà stata senza dubbio pregiata e di ottima qualità! – e il lungo viaggio dal Giappone alla Sicilia, ma ne è valsa la pena. Ora, a raccontarlo così, sembra che tutte le altre pietanze che abbiamo mangiato nel corso della cena, non fossero degne di nota. Non è così, ma il manzo Kobe meritava una menzione speciale e l’apertura dedicata in questo post!

 In realtà ci sono sembrati molto buoni anche i ravioli di seppia serviti con gelato di ricci di mare: un gusto delicato, raffinato e molto, molto convincente. Più dell’altro antipasto a base di carciofi. E mentre il mio consorte  si fiondava sul manzo Kobe, io addentavo dei fusilli homemade conditi con sugo di gallinella. Anche questi saporiti e ben conditi.

Un’altra menzione la meritano però i dolci. Li avremmo scelti tutti! Ma per fortuna, dopo aver letto e riletto il menù ed esserci fatti prendere da entusiasmo e indecisione, abbiamo scelto una friabilissima e delicata millefoglie e la rivisitazione di una Saint Honorè: belle anche solo da guardare (giudicate voi). Ottime da gustare, of course!

 

Ci scusiamo per la genericità con la quale descriviamo alcuni piatti che certamente meriterebbero una maggiore precisione. Normalmente quando mangiamo in un ristorante nuovo o particolarmente rinomato prendiamo accuratamente nota di ciò che scegliamo dal menù (titolo del piatto e ingredienti principali). Questa volta, storditi dalla presenza del manzo Kobe  😉 abbiamo completamente dimenticato di farlo. Ciò che però ci ricordiamo benissimo è il gusto di ciò che abbiamo mangiato e la soddisfazione con cui lo abbiamo fatto. Per questo abbiamo voluto comunque condividere questa esperienza.

Ristorante “I Pupi”, via del Cavaliere 59 a Bagheria, Palermo


4 thoughts on “Ristorante “I Pupi”

  1. Concordo con te, il locale merita anche più di una visita! La lista dei vini è buona e noi per tre portate ciascuno (antipasto, primo o secondo, e dolce) e un calice di vino a testa, abbiamo speso circa 60 euro a persona, ma il Kobe è abbastanza caro…

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