I peperoncini dei sette anni

peperoncini di sette anni

Provo una strana soddisfazione quando mi imbatto in qualcosa, la cerco su Google, e Google non trova quasi nulla a riguardo. Dev’essere la sensazione che provavano gli esploratori quando scoprivano nuovi territori inesplorati o gli scienziati quando si imbattono in qualche specie animale non ancora catalogata. Sì, certo… fatte le dovute proporzioni, ovviamente.
Ad ogni modo, il roboante preambolo serviva ad introdurre i peperoncini di sette anni, che a quanto pare sono diffusi solo nella provincia del messinese. Pare anzi che siano specifici dei Nebrodi e si chiamino così perché la pianta rimane produttiva per almeno 7 anni. Che altro dire… non ci sono informazioni su internet!! Ma sono stati una grande fonte di soddisfazione gastronomica.
Li avevamo incontrati un paio di anni fa a Rocca di Caprileone, dove un contadino ce li aveva venduti in un barattolo, sott’olio. Ogni peperoncino era stato riempito con un’acciuga e l’accostamento, per quanto inusuale, mi aveva lasciato estasiato. Certo, si tratta di una conserva dal sapore rustico, intenso e piccante ma con una consistenza splendida, croccante, e una nota ben presente di acidità fornita dall’aceto nel quale vengono messi in salamoia prima di imbarattolarli.
Ogni ricerca su google sull’argomento, però, si limitava a fornire immagini di altri barattoli in vendita o di semenze vendute da siti specializzati. Niente riguardo alla storia, alle caratteristiche, alle ricette.
Così quest’anno, mentre con Clara facevamo strada verso verso Galati Mamertino, un piccolo paesino sui Nebrodi, ci siamo fermati dallo stesso contadino, con l’intenzione di acquistarne un altro barattolo. Ma di barattoli nemmeno l’ombra.
Però li vendeva freschi. E ci ha anche fornito una ricetta per la preparazione ed il consumo immediato. Dove per immediato intendeva un paio di mesi al massimo (altrimenti bisognava lasciarli in salamoia per 15 giorni e poi chissà cos’altro fare). E così, una volta tornati in città, mi sono cimentato nella loro preparazione domestica. Che si è rivelata sufficientemente semplice, se non fosse per un curioso effetto collaterale.

peperoncini di sette anniOvvero, poiché ogni peperoncino doveva essere svuotato delle membrane e dei semi, prima della bollitura in acqua e aceto, alla fine dell’operazione di svuotamento mi sono ritrovato con i polpastrelli… in fiamme. La cosa strana è che mentre eseguivo la pulitura non avevo avvertito nulla (ne ho puliti una trentina in tutto), invece dopo aver terminato, la punta delle dita ha cominciato a bruciare, più o meno come se avessi inavvertitamente preso in mano qualcosa di bollente.
Bene, nonostante Google (cosa fare contro bruciature peperoncino piccante) e tutte le sue risposte, non è servito: lavare con la candeggina, strofinare col bicarbonato, ungere con l’olio di oliva e di semi, usare la pasta lavamani, usare lo sgrassatore. Alla fine, sono andato a dormire con la punta delle dita roventi.
Per fortuna, però, il mattino dopo la sensazione era quasi del tutto sparita e dopo qualche ora era tutto passato. E dire che questi peperoncini non sono annoverati fra quelli piccantissimi, nella scala Scoville (che è quella che definisce la piccantezza). Non oso immaginare cosa significhi toccare a mani nude un habanero o un ghost chili

peperoncini di sette anniIl risultato dell’operazione è stato soddisfacente, però. I peperoncini sono simili, come sapore a quelli che avevo assaggiato in barattolo, anche se i miei sono decisamente più piccanti (forse la salamoia prolungata ne attenua la piccantezza o forse bisognava pulirli molto meglio di quanto non abbia fatto io, che pure qualche semino l’ho lasciato).
Inutile dire che questi sono per veri appassionati del piccante (per Clara sono off limits) mentre quelli comprati erano più abbordabili. Però il sapore è rimasto grossomodo lo stesso.
Ora devo solo finirli tutti entro due mesi…

peperoncini di sette anni

I peperoncini dei sette anni
 
per due o tre barattoli
Ingredienti
  • 30 Peperoncini di sette anni
  • 30 acciughe sott'olio
  • 1 lt acqua
  • 0,5 lt aceto bianco
  • 150 gr sale grosso
  • olio di semi di girasole
Istruzioni
  1. Muniti di guanti in lattice (o vinile o altro materiale), togliete il picciolo e incidete i peperoncini lateralmente, quindi svuotateli dei semi e delle membrane interne.
  2. in una pentola mettete a bollire l'acqua e quando raggiunge il bollore, aggiungete l'aceto ed il sale. Il sale è calcolato al 10% della soluzione acqua-aceto, quindi è parecchio.
  3. immergete i peperoncini nella pentola e lasciateli fino a quando non riprende il bollore. Data la forte acidità dell'acqua, i peperoncini cambieranno colore, passando dal verde al un giallo-verde.
  4. Dal bollore contate un paio di minuti e scolate. Non devono cuocere, altrimenti diventano molli.
  5. Mentre sono ancora caldi, riempiteli con l'acciuga e posizionateli nei barattoli. Meglio farsi aiutare, in questa fase, per fare prima.
  6. Una volta nei barattoli, coprire con l'olio di semi. Meglio sarebbe riscaldare l'olio fino ad 80 °C e versarlo caldo nei barattoli.
  7. Chiudete i barattoli e metteteli in frigo. Non essendo sterilizzata, questa conserva non è adatta ad essere conservata a lungo.
  8. Consumare entro qualche settimana.


3 thoughts on “I peperoncini dei sette anni

  1. Mi avrà influenzato il mio metro e basta di altezza, ma avevo letto “i peperoncini dei 7 nani”

    Andiam, andiam, i pepi a conservar!

    • Sempre meglio la versione Disney che la versione “hard” che un altro tipo di svista poteva generare… 😉

  2. Meno male che non ti è venuto in mente di grattarti un occhio intanto che preparavi, se no mi sa che finiva male. Forse l’unico modo per salvarsi è usare i guanti di lattice durante la pulizia.
    Complimenti per i bei (e certamente buoni) vasetti!

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