Un addio composto alla …composta

Questo post è un addio. Quando l’ho visto per la prima volta come madre natura lo ha fatto era bello, in splendida forma, in ottima compagnia. Il suo colorito cangiante illuminato dal sole era un invito ad avvicinarsi, a toccarlo. Una specie di attrazione fatale. Irresistibile. Lo guardavo e pensavo: quante cose potremmo fare insieme…

Ma il nostro idillio era destinato a finire, colpito a morte da troppi chilometri di distanza e dal clima inclemente, nonostante parenti magnanimi di terra tedesca abbiano tentato di favorire il nostro riavvicinamento. L’ultima preziosissima volta la conservo nel cuore (…dopo averla tenuta nel freezer). E mentre addento l’ultima tartelletta e ne gusto a fondo tutto il sapore, recito: rabarbaro addio!

E’ vero, fino a qualche anno fa non sapevo neppure come fosse fatto il rabarbaro. Un po’ come per gli animali che vivono anni luce da te: magari sai che esistono ma non hai idea di che forma o colore abbiano. Adesso che so che mi piace, e tanto tanto anche, so che alle nostre latitudini non potrò mai trovarlo.

E allora rendiamo onore alla sua memoria con questa ricetta della composta di rabarbaro (che abbiamo potuto fare solo dopo aver costretto il cugino tedesco di adozione a venirci a trovare portando l’obolo obbligatorio) con la quale abbiamo riempito delle tartellette di frolla (per la ricetta della frolla vedi qui).

700 gr di rabarbaro già spelato, a tocchetti
250 gr di zucchero
70 gr di acqua
succo di limone (un cucchiaio)

Mettete tutti gli ingredienti in una pentola e lasciate cuocere per una decina di minuti, finché il rabarbaro non si disfa. Fatelo raffreddare e versate la composta all’interno delle tartellette. In alternativa potete anche farcire una crostata. Questa quantità di composta sarà sufficiente per una da 26 cm di diametro.


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