Il tarlo del lemon curd

lemon-curd-2

Avete presente quando c’è una certa ricetta che vi attrae, recuperate tutti gli ingredienti, la realizzate e rimanete irrimediabilmente delusi?  A noi è successo e non ho mai digerito – e non solo metaforicamente parlando – quella volta in cui ho fatto il lemon curd.

Lo ricordo ancora. Ero così contenta. Avevo degli ottimi limoni appena raccolti in campagna e volevo celebrarli trasformandoli in qualcosa di buonissimo, di goloso. Ho valutato una serie di opzioni e poi mi sono fiondata sul lemon curd. Del resto nel web ce ne sono centinaia di ricette. Tutti lo hanno fatto e continuano a farlo. Lo mangiano al cucchiaio o ci farciscono le torte. Sarà buonissimo, penso. E così, molto convinta, mi sono messa all’opera con IP che osservava col suo consueto spirito critico.

Il risultato è stato una crema al vago sapore di limone e all’invadentissimo sapore di burro. Nonostante io abbia fatto una media ponderata delle quantità dei vari ingredienti, ciò che si sentiva di più al naso e al palato era il burro.

Ora, a casa dei Ladri il burro si usa, certo. Ma un conto è utilizzarlo in maniera funzionale, un altro è mettersene in bocca una cucchiaiata. Insomma, dal nostro punto di vista, è stata una fine molto ingloriosa per i nostri bei limoni freschi.

Ma non mi sono mai rassegnata. Il tarlo del lemon curd ha continuato a frullarmi nella testa fino a quando ho avuto la folgorazione.

E’ successo un paio di settimane fa. Ho deciso di fare una cosa per me un po’ insolita: muovermi in città col bus. Durante il tragitto ho avuto modo di leggiucchiare qualche post arretrato dei blog che seguo – benedetti smartphone – e la mia attenzione è stata catturata da questo post. Una folgorazione, appunto!

Fermi, fermate l’autobus! Devo scendere, comprare gli ingredienti e tornare subito a casa. Autista è una emergenza! Mi faccia scendere! Ok, non l’ho detto a voce alta, ma l’ho pensato. Perché quella di fare il lemon curd col cioccolato bianco invece che col burro, mi è sembrata una genialata. E non ho avuto pace finché non ho provato la ricetta. E il risultato è esattamente quello che desideravo la prima volta che ho fatto il lemon curd: cremoso, profumato, aspro ma perfettamente equilibrato. Questo si che è una goduria!

lemon-curd

Il tarlo del lemon curd
Prep time: 
Cook time: 
Total time: 
 
Ingredienti
  • 120gr di succo di limone
  • 100gr di cioccolato bianco (nell'originale erano 120 gr)
  • 30 gr di zucchero
  • 100gr di uova (circa 2)
  • zeste di 2 limoni non trattati
  • 1 foglio di gelatina
Istruzioni
  1. In un pentolino mescolate le uova con il succo di limone, le zeste e lo zucchero; portare sul fuoco e fare addensare, fino a che non velerà il cucchiaio. Io ho utilizzato un termometro e ho tolto il composto dal fuoco a 67 gradi.
  2. Aggiungete la gelatina ben strizzata e precedentemente messa in ammollo in acqua fredda e mescolate per farla sciogliere. Filtrate con un colino, per eliminare le zeste ed eventuali grumi.
  3. Sciogliete il cioccolato bianco a bagnomaria o al microonde.
  4. Versate in due riprese la crema sul cioccolato bianco ed emulsionate con il mixer ad immersione per far incorporare bene il cioccolato.
  5. Versate in un contenitore di vetro e coprite con pellicola a contatto, in questo modo eviterete che si formi la pellicina.
  6. Fate raffreddare a temperatura ambiente.
  7. Si conserva in frigo per una settimana.

Di questo curd abbiamo fatto il bis e il tris e, non contenti, abbiamo deciso di provarlo anche con dei mandarini che ci avevano donato appena raccolti dall’albero. Stessi ingredienti, stesso procedimento. Con l’accortezza di arrivare alla quantità di succo prestabilita aggiungendo anche mezzo limone per aumentare un po’ l’acidità e diminuendo di una decina di grammi lo zucchero. Il risultato è stato buono anche in questo caso ma, mentre il lemon curd non smetteresti mai di mangiarlo, il tangerine curd, alla lunga, può risultare un po’ più stucchevole perché è un po’ più dolce, meno aspro. Del resto, ci sarà un motivo se il dosaggio degli ingredienti è nato per la versione lemon. Che poi, leggendo con attenzione il post di Enza, ho scoperto che questa ricetta è del maestro pasticcere Frédéric Bau, direttore dell’École du Grand Chocolat Valrhona, autore di libri che sono diventati punti di riferimento per pasticceri ed aspiranti e certamente uno tra i più grandi esperti mondiali di cioccolato. Devo aggiungere altro?


6 thoughts on “Il tarlo del lemon curd

  1. Ciao Clara, io non metto né il burro né il cioccolato bianco, ma dell’ottimo olio extravergine d’oliva bio.

    Però l’idea del cioccolato bianco mi attira parecchio!

    Il risultato è davvero superlativo!
    La ricetta è qui da uno dei nostri blog http://goo.gl/gynq6O Mi permetto di segnalartela.

    • Ciao, come dici tu nel post che sono andata subito a leggere, il lemon curd genera dipendenza. E’ vero, lo sottoscrivo. Naturalmente, essendone diventata addicted, adesso dovrò provare la versione all’olio di oliva, anche se mi lascia un po’ perplessa la quantità di uova. Ti farò sapere. Intanto la versione col cioccolato bianco te la consiglio davvero.

  2. Quando sia io che il consorte eravamo giovani e con colesterolo non a balla lo facevo anche io, e non me lo ricordo così al gusto di burro. Forse ci mettevo più limone, non so. Fatto sta che ne mangiavamo a cucchiaiate (erano i tempi in cui si mangiavano fondute da 5 uova e 3hg di fontina a mezzogiorno della domenica, così, per sport, roba che adesso lo digeriamo a Natale dell’anno prossimo).
    La versione con il cioccolato bianco però è interessante!

    • Leggo con sollievo che il lemon curd genera universalmente assuefazione. Non so cosa sia andato storto nella nostra versione col burro, ma credo proprio che questo resterà il nostro lemon curd. Anzi, abbiamo cominciato a spacciarlo tra parenti e amici e devo dire che fa proseliti…

    • Noi abbiamo provato anche la versione col mandarino ma devo dirti che non aveva la stessa forza, benché fosse buono. Quello al limone, per via dell’acidità del frutto, era decisamente “ora non posso più smettere di mangiarlo”…

Rispondi a Clara Annulla risposta