Il bastone e la carota

trinacria

foto di Mundus Gregorius

Eppure la Sicilia è fonte di parecchia ispirazione. Lo so, non dovrei cominciare una frase con “eppure”. E tanto meno un post. Ma queste righe danno seguito ad una serie di pensieri che provo a riassumere.

Collezioniamo primati da far inorridire le più maltrattate città del mondo. L’ultima notizia che ci rende davvero orgogliosi (?!) è l’agognato quinto posto nella specialissima classifica mondiale – si, avete letto bene, m o n d i a l e – delle città più incasinate. Cioè Palermo è la quinta città al mondo per traffico dopo Mosca, Istanbul, Varsavia e Marsiglia. Lo so che di traffico abbiamo già parlato, ma questa notizia di qualche giorno fa è irresistibile. Certo, dopo essere stata al Cairo, giusto per fare un esempio, dove anche all’una di notte è come stare nella più trafficata delle città con annessi cortei e sciopero dei mezzi pubblici con tutta la popolazione che suona il clacson e si agita, mi risulta difficile pensare che qui si stia peggio. Ma TomTom Congestion Index dice così e noi chi siamo per smentirlo?

Stiamo diventando habitué del quinto posto. Giusto qualche mese fa ne avevamo collezionato un altro, ma questa volta “di prestigio“, che poneva Palermo dopo Bangkok, Singapore, Menang e Marrakesh, in quanto a miglior cibo da strada. Come dire bastone e carota. Dove, in valore assoluto, ovviamente il bastone/traffico pesa molto più della carota/cibo da strada.

Eppure…eppure, nonostante la sua bellezza scostumata, la Sicilia ispira eccellenze, gusti irripetibili, ottime recensioni, viaggi e ritorni.

Queste riflessioni un po’ contorte si sono materializzate dopo avere letto un articolo, l’ennesimo, della Gazzetta Gastronomica, dedicato ad un’eccellenza siciliana. Stavolta si parla di Arianna Occhipinti, giovane e ormai collaudata produttrice di vini naturali. Poco più di una settimana fa era stato il turno di Pino Cuttaia, chef due stelle Michelin, che vive e lavora in quella Licata sperduta nella provincia di Agrigento che ora, grazie alla sua cucina, tutti gli appassionati gourmet conoscono. Prima era stato il turno di Accursio Craparo, una stella Michelin, chef al quale noi Ladri siamo “legati” da ottime esperienze mangerecce. E prima ancora c’era stata Catania con Fud e l’ intraprendenza di Andrea Graziano. Certo, di Palermo non c’è traccia, lo so. Non recentemente almeno. Di questa città si parla ormai quasi esclusivamente per i suoi mercati (Ballarò, lo sapete, è il nostro preferito). Alla periferia il compito di tenerne alto l’onore. A quel ristorante del quale noi vi abbiamo già raccontato: I Pupi di Bagheria. La cucina di Tony Lo Coco non è sfuggita, ovviamente, ai palati attenti degli esperti.

Insomma, oggi dopo avere letto l’articolo su Arianna Occhipinti, l’ennesimo dedicato alle eccellenze della nostra isola, non ho potuto fare a meno di pensare che alla Gazzetta Gastronomica piaccia la Sicilia. E questo pensiero mi ha rinfrancata perché vuol dire c’è del buono incontestabile che emerge e fa parlare di sé e magari un giorno offuscherà il bastone e farà brillare la carota, rendendola ancora più sostanziosa anche per quei siciliani eternamente combattuti tra due sentimenti ambivalenti, sempre in bilico tra battere e levare, continuamente e malamente e con amore*…

* F. De Gregori

2 thoughts on “Il bastone e la carota

    • Roberta, grazie. Oggi mi hai lasciata davvero senza parole. Noi, nel nostro piccolo, facciamo quello che possiamo. 🙂

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