La ribellione

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Natale Giunta è un ragazzo affermato. Ha cominciato a lavorare da giovanissimo e, con talento e costanza, ha creato un’ impresa che oggi dà lavoro anche ad altri.

Natale Giunta è uno chef. Diventato famoso per i più da quando partecipa alla Prova del cuoco, il programma di Rai Uno condotta da Antonella Clerici, ma dalle nostre parti era già conosciuto per il suo ristorante di Termini Imerese.

A guardarlo cucinare in tv, però, non sono stati solo gli aficionados della trasmissione, ma anche i detenuti dell’Ucciardone, il carcere palermitano. E a vederlo lì, in bella mostra, a chiacchierare di cucina e a preparare manicaretti, si sono fatti l’idea che Natale Giunta fosse un pollo da spennare.  Perché non spremere lo chef per far campare le famiglie dei mafiosi in galera?

Così un giorno arriva la richiesta di pizzo: se vuoi lavorare qui devi pagare, se vuoi stare tranquillo devi pagare; paga e ti daremo la protezione di cui hai bisogno.

Sempre la solita storia. I soliti ricatti. La solite richieste di pizzo che hanno messo in ginocchio questa terra.

Natale Giunta ci pensa su. Passa notti insonni per decidere come comportarsi, lo ha raccontato a tutti i giornali in questi giorni.  Alla fine si fa coraggio e li denuncia tutti quelli che gli avevano fatto visita per chiedergli i soldi per mantenere le famiglie dei detenuti che lo guardavano in tv. Quattro sono finiti in galera. E lui ha tirato un sospiro di sollievo. Ha parlato di dignità, di cose che sembrano ovvie, come fare il proprio lavoro senza dover pagare qualcuno per questo, senza dover sottostare ad alcun ricatto. Ma, si sa, purtroppo queste cose non sono ovunque così scontate.

Adesso Natale Giunta è sotto tutti i riflettori. Tutti i giornali lo intervistano, tutte le tv parlano di lui. Gli arrivano messaggi di solidarietà da ogni dove. Tutti gli dicono: “bravo, hai fatto bene”, “magari facessero tutti come hai fatto tu”. L’importante è non dimenticarsene a luci spente. Perché è quello il momento in cui il vero sostegno è fondamentale.


6 thoughts on “La ribellione

    • Bisogna crederci, è necessario. Anche a me quando ho visto le immagini della città della scienza il cuore è diventato piccolo piccolo. Ma la ribellione, quella vera ed efficace, deve arrivare sempre dal basso.
      Grazie per essere passata da qui. Un bacio

  1. “Magari facessero tutti così”
    Concordo! Se tutti facessero così, potrebbe davvero cambiare qualcosa (per rispondere anche alla Roby :)).
    Grandissimo lui e grazie a te per avercelo raccontato! 🙂

    • Sai, a volte queste notizie non vanno molto al di fuori della Sicilia, invece io credo che bisognerebbe diffonderle il più possibile e, nel mio piccolo, faccio quello che posso. Un abbraccio

  2. Tra qualche tempo, il minimo del sostegno che potremo dargli, è andare a cena da lui. E lasciarglielo noi un pizzino. Un pizzino che racconti il sostegno.

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