Marettimo, dove il mare luccica

Immaginate un’isola tra il mar Tirreno ed il Mediterraneo, assolata ma straordinariamente rigogliosa, accogliente ma a tratti inospitale, con un mare luccicante ora verde ora turchese, una serie di calette e insenature raggiungibili solo dal mare e insediamenti storici che rimandano ad un lontanissimo passato. Siete a Marettimo, la più lontana delle Egadi, a largo di Trapani, alla quale antichi popoli attribuirono un carattere di sacralità e che addirittura qualcuno, lo scrittore inglese Samuel Butler per l’esattezza, avrebbe fatto coincidere con Itaca, la patria di Ulisse.

Un manipolo di case di pescatori, centoventi anime in inverno, qualche bed&breakfast, cinque ristoranti, quattro bar e quattro negozietti. E poi una serie di sentieri naturalistici indicati da cartelli in legno sui quali la distanza dalla meta è calcolata in minuti (o ore) a piedi. Pochissime macchine, qualche bicicletta, tantissime barche. Perchè a Marettimo hai sostanzialmente due possibilità: la vivi da terra macinando chilometri a piedi o dal mare, col classico giro in barca o con le barche taxi che ti lasciano nella caletta prescelta e vengono a riprenderti dopo qualche ora.

Qui il tempo si misura diversamente, come in molte delle isole meno frequentate. Tutto è rilassato, tranquillo. Sveglia con calma, colazione, scelta del luogo di mare del giorno, passeggiata, un libro da leggere all’ombra della montagna sul promontorio che domina il porto. Una granita o un aperitivo al tramonto. La cena e poi quattro passi per godersi la brezza marina. Cosa altro avremmo potuto desiderare per un weekend di relax?

Marettimo ha da offrire anche agli amanti dell’avventura, con lunghe e più o meno scoscese passeggiate sulle montagne, alla volta del faro da un lato o del castello dall’altro, con un occhio alle vecchie case romane dalle quali si gode una vista mozzafiato. Ai naturalisti, con una vegetazione abbastanza rigogliosa: fichi, gelsi, aranci, rosmarino, tantissimo timo alla cui presenza abbondante, secondo alcuni studiosi, si deve il nome dell’isola. E’ meno interessante, invece, per i vitaioli: niente vita notturna, discoteche, pub. Al massimo quattro chiacchiere al bar o una birra con vista mare.

E siccome questo è un blog di cucina e noi non ci dimentichiamo mai di mangiare, vogliamo darvi la nostra personalissima guida di Marettimo. A cominciare dal bed&breakfast. Non conosciamo gli altri perché il nostro soggiorno si è svolto tutto qui, a La Tartaruga, ma siamo stati talmente bene che Diego, il giovane proprietario, la sua ospitalità e la sua disponibilità, meritano senz’altro una visita. E poi una menzione particolare va alle marmellate della sua mamma che abbiamo gustato a colazione col pane caldo appena sfornato.

Le nostre scorribande gastronomiche sono state circoscritte alla sera. Il giorno siamo stati troppo impegnati a goderci il mare. Ma non ci siamo fatti mancare le granite: buona quella di gelsi del Caffè Tramontana che gode di una posizione invidiabile sullo scalo vecchio con vista sul castello e merita una visita anche per l’aperitivo servito con i crostini preparati ogni giorno con condimenti diversi, secondo l’estro della proprietaria.

Abbiamo mangiato in tre dei cinque ristoranti dell’isola e l’impressione generale è stata buona. Anche nell’affollato ristorante di sabato sera i piatti – tutti naturalmente a base di pesce – sono stati al di sopra della media dei ristoranti turistici.

Citazioni speciali per la zuppetta tiepida di vongole e patate del ristorante La Scaletta; per la zuppa di cozze e il cous cous di pesce del Carrubo; per la pasta ai sapori dell’isola con tonno, pomodorini, salvia, timo e rosmarino de Il Veliero.

 


Rispondi